Categoria: Due chiacchiere con lo scrittore…
Cosa ci puoi raccontare del tuo romanzo?
È una storia divertente su ciò che rende una famiglia e su come le piccole bugie possano portare a situazioni assurde. Tuttavia, alla fine, conta solo l’amore. E anche una povera aragosta può fare il suo miracolo di Natale, se qualcuno decide di farsi avanti. 😉
I personaggi che hai descritto prendono spunto da persone reali o li hai inventati?
Qualcosa di autobiografico si pesca sempre nello scrivere un romanzo: impressioni, caratteristiche di un vecchio compagno, scorci di un paesaggio. In Lamberto qualcosa di me tredicenne c’è, ma una piccola parte. Irene è più “inventata”. Per il nonno di Lamberto mi sono ispirato al mio di nonno, per cui avevo un’adorazione. Un maestro elementare in pensione che era stato prigioniero durante la seconda guerra mondiale e che amava disegnare e lavorare il legno. Per i genitori di Lamberto ho pescato nei ricordi di genitori dei miei coetanei.
Ciascuna donna mi ha catturata, avvinta, affascinata, poiché ciascuna di loro, anche quelle a me più lontane per personalità e modus vivendi, mi ha insegnato qualcosa e mi ha stupito. Per quanto riguarda Le Indomabili coloro che mi hanno rapito il cuore un po’ più delle altre sono state Ipazia, Caterina la Grande, George Sand (anche per via della grande storia d’amore con Chopin, che amo suonare), Edith Piaf, Anna Magnani, ma, ripeto, ognuna di queste meravigliose creature ha un posto speciale nel mio cuore.
Cosa ci puoi raccontare del tuo libro? Esperienze, aneddoti….
La stesura di questo romanzo è stata per me una esperienza unica perché, diversamente dai precedenti, questa volta ho potuto ascoltare dal vivo, e non solo scartabellare libri e documenti custoditi in polverosi archivi, le parole e i pensieri di chi c’era. Con tutto il trasporto emotivo che ne consegue. E ho così avuto l’onore ed il privilegio di poter essere testimone della potenza delle parole raccontate con la semplicità negli occhi. Di quell’atteggiamento fatto di sorrisi accennati e di leggerezza nello sguardo mentre mi venivano svelati eventi di una sofferenza estrema ed ai limiti della sopportazione. Comportamento che, se di primo acchito poteva sembrare di rassegnazione, invece serviva a non ridare a quegli accadimenti la forza di ferire ancora una volta. Questo è quello che più mi ha colpito e che mi resterà per sempre nel cuore. E questo è quello che ho poi tentato di mettere su carta.