Intervista allo scrittore Eugenio Murrali

foto presa dal web

Eugenio Murrali è giornalista e autore di libri, tra cui, con Dacia Maraini e prefazione di Dario Fo, Il sogno del teatro. Cronaca di una passione (BUR, 2013). Per Feltrinelli ha pubblicato Vincere le delusioni. Contromosse per superarle e non farsi avvelenare la vita (con Pascale Chapaux-Morelli; Feltrinelli Urra, 2017).

Alla Scoperta di “Marguerite è stata qui”: Due chiacchiere con lo scrittore Eugenio Murrali

“Marguerite è stata qui”, il romanzo affascinante di Eugenio Murrali, ci catapulta nel vissuto straordinario di Marguerite Yourcenar, e attraverso questa narrazione, scopriamo i tanti volti e luoghi che compongono il tessuto della sua esistenza.

In una chiacchierata con l’autore, abbiamo esplorato il processo creativo che ha portato alla stesura di questa affascinante opera. Murrali rivela che l’idea di raccontare la vita di Marguerite Yourcenar è nata da una profonda ammirazione per la scrittrice e filosofa.

Ciao Eugenio, benvenuto a “Due chiacchiere con lo scrittore” parliamo del tuo libro ” Marguerite è stata qui”

In “Marguerite è stata qui”, hai dato vita alle molteplici voci che hanno abitato l’esistenza straordinaria di Marguerite Yourcenar. Come hai affrontato la sfida di raccontare una vita attraverso le voci di chi l’ha conosciuta?

Ogni voce ha una sua intima tonalità, basata su minime variazioni. Nel dare vita ai diversi personaggi non ho fatto una scelta naturalistica, mimetica, ma ho cercato di creare un movimento su un tessuto di scrittura coerente. Per costruire i pensieri degli esseri vicini a Marguerite Yourcenar – sua madre Fernande, il padre Michel-René, la nonna Noémi, le bambinaie, o gli amori come Grace e Jerry – sono partito da dettagli autentici trovati nelle lettere, nella trilogia “autobiografica” Il labirinto del mondo, nelle interviste, nella bibliografia critica. Ho cercato di esprimere la verità individuale dei personaggi, che, come mi ha detto il poeta Elio Pecora, sono immagini specchianti, da cui emerge il profilo di Marguerite, la sola che non prende la parola.

“Marguerite è stata qui” è anche un viaggio attraverso luoghi simbolici della vita di Yourcenar. Come hai selezionato e ricreato questi luoghi nel tuo romanzo?

Molti sono luoghi chiave della sua vita: Bruxelles, dove è nata; il Mont Noir, nelle Fiandre francesi, dove ha avuto i contatti più forti con la bellezza della natura; Mount Desert Island, nel Maine, a Petite Plaisance, la casa rifugio, un territorio di scrittura e di “possibile abbandono”. Per ricreare gli spazi e le atmosfere sono anche andato sul campo, cercando le tracce di quanto avevo letto. Ho messo alla prova la mia immaginazione, per rettificarla o spingerla oltre. C’è da dire che il tempo ha cancellato molte impronte: la casa natìa non c’è più e nemmeno il castello nel Mont Noir; pure resiste un’aura, un silenzio, un albero secolare, un sentiero fiorito che ha visto Marguerite molte primavere fa.

In che modo l’opera di Yourcenar, in particolare “Memorie di Adriano”, ha influenzato il tuo approccio a questo romanzo?

Nelle Memorie un uomo, Adriano, ripercorre la propria vita. Lo fa in prima persona, scrivendo a Marco Aurelio una lunga lettera mentre si avvia verso la morte. Anche il mio libro racconta in prima persona, ma l’io è molteplice, rifrangente, il punto di vista mobile. Inoltre l’altezza della lingua di Yourcenar porta naturalmente a un’accuratezza nelle scelte lessicali, nella costruzione musicale della frase. Non è possibile parlare con un fraseggio disinvolto e parole approssimative di una donna e di una scrittrice come lei.

Il tuo libro è un omaggio appassionato a una figura straordinaria. Cosa ti ha spinto a voler raccontare la vita di Marguerite Yourcenar?

È una lunga storia. Ai tempi del liceo ho scoperto le Memorie di Adriano. In estate, da ragazzi, si ha a volte il lusso di giornate vuote, che ognuno può scegliere come riempire. Solo più tardi si comprende che la vera ricchezza, in questa contemporaneità, sono le ore che rispondono alla nostra volontà. Ho passato qualche giorno in compagnia dei pensieri di Adriano. Qualche mese dopo, la mia prof di francese, a cui ho dedicato il romanzo, mi regalò La scrittrice abita qui di Sandra Petrignani, così ho conosciuto l’avventura esistenziale di Marguerite. Da lì è partito tutto. Sei anni fa ho iniziato a pensare di farne un romanzo. Anna Folli mi ha incoraggiato, la casa editrice Neri Pozza mi ha accolto, mia moglie mi è stata accanto in molti viaggi, ricerche, riletture.

Oltre alla sua carriera letteraria, il romanzo esplora anche la vita privata di Yourcenar. Come hai bilanciato questi due aspetti nella narrazione?

La vita di Marguerite Yourcenar è segnata dal suo lavoro sulla parola. All’inizio del libro cito una massima di Yeats che lei amava: “Correggendo le mie opere correggo me stesso”. Ci sono biografi e critici d’eccezione che hanno detto molto e magnificamente sia sulla sua vita che sulle sue opere. Io ho cercato di raccontare, attraverso tanti occhi, il suo modo di stare al mondo, la fertile dialettica, a volte la fusione felice, tra esistenza e scrittura, ma soprattutto il tentativo di leggere se stessi attraverso la letteratura e l’esistenza di chi ammiriamo, di chi amiamo.

Grazie per il tuo tempo…
Jenny

Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la curatrice del blog letterario "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.