Intervista all’ autrice “Alessia Castellini

Ospite a “Due chiacchiere con lo scrittore” Alessia Castellini autrice del romanzo
“Il sentiero delle formichelle”
edito da Piemme


Biografia

È nata a Palermo e ha trentun anni. Ha un dottorato di ricerca in fisica teorica ed è coautrice di articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. Viaggia e scatta fotografie con la sua reflex, sempre alla ricerca di storie da raccontare.


“Il sentiero delle formichelle” di Alessia Castellini, edito da Piemme, racconta la storia vera delle donne e ragazze della Costiera Amalfitana che, per secoli, hanno percorso il sentiero dei limoni trasportando pesantissime ceste sulla schiena. Ambientato negli anni Quaranta, il romanzo segue le vite di Rachele e Nannina, due donne di Tramonti che ogni giorno attraversano la montagna come instancabili formichelle, portando i limoni fino alla costa di Maiori.

Alessia Castellini, ci immerge in un mondo antico e suggestivo, raccontando una commovente storia di sorellanza e di legami indissolubili, sia di sangue che di terra, che sopravvivono anche quando sembrano spezzati.


Ciao Alessia, grazie per aver accettato questa intervista, iniziamo a parlare del tuo romanzo “Il sentiero delle formichelle”

  • Cosa ti ha ispirato a scrivere questo libro e a raccontare la storia delle formichelle della Costiera Amalfitana?

Ciao Jenny e grazie per lo spazio che hai scelto di dedicare al mio romanzo. É un onore per me.

La storia delle Formichelle mi ha trovata per caso. Avevo già in mente due personaggi, Ninfa e Alelì, due
sorelle dei giorni nostri che per motivi diversi cercavano una strada per superare un brutto momento. Ninfa nasce dall’osservazione della nostra società: volevo dar voce alla sensazione di smarrimento di una giovane ventenne, schiacciata dal peso delle aspettative altrui. Alelì invece mi ha consentito di esplorare il magico modo con cui i bambini guardano il mondo e il passato. Avevano entrambe bisogno di risollevarsi. Così ho iniziato a fare delle ricerche, per me, per loro, mossa dall’entusiasmo del raccontare. Sentivo il bisogno di ancorare alla realtà la fantasia, da cui erano nati questi due primi personaggi.
Per caso ho guardato la puntata de “Il Provinciale”, una trasmissione televisiva sui borghi più belli d’Italia e condotta dal giornalista Federico Quaranta, dedicata alla Costiera Amalfitana: per pochissimi secondi si è parlato delle formichelle di Tramonti e di Maiori … ho sentito la scintilla. Dovevo saperne di più. Sentivo il loro richiamo ma le loro voci erano davvero troppo flebili. Volevo sentirle e volevo che lo facessero tutti.

  • Qual è stata la tua fonte di ricerca principale per ricostruire accuratamente la vita e le esperienze delle formichelle?

Le mie fonti sono state i luoghi e le persone della Costiera. Su internet non c’era quasi nulla sulle
Formichelle e sulle antiche tradizioni di quella terra meravigliosa. Così, qualche giorno dopo aver visto la
puntata de “Il Provinciale” ho contattato una guida di Trekking di Tramonti, Matteo Giordano, e ho prenotato un volo. Quando sono arrivata e ho detto che avevo bisogno di fare delle ricerche perché stavo ambientando un romanzo lì, mi hanno presa tutti per mano e hanno risposto alle mie domande.
Mi hanno condotta lungo i sentieri dei Monti Lattari, tra le viti ultracentenarie, i terrazzamenti e i pergolati di limoni. Mi hanno parlato della storia della pizza di Tramonti, del lavoro del cestaio, ho conosciuto una delle ultime formichelle in vita e ho ascoltato la storia di queste donne straordinarie. L’ho guardata negli occhi e ho visto la sua immensa dignità, la sua stanchezza, gli anni di fatica sulle spalle. Ho parlato con moltissima gente, disposta ad aiutarmi e a fornirmi fotografie, articoli di giornale, saggi. Ma la fonte più emozionante d’informazioni sono state le persone, senza dubbio.

  • Qual è stato il momento più emozionante o toccante durante il processo di scrittura di questo libro?

La cosa più emozionante è stata creare dei personaggi molto diversi da me, sentire le cose in modo diverso, guardare con occhi nuovi. Ma i momenti in assoluto più toccanti sono legati alla stesura di due capitoli in particolare, il ventisei e il trenta. Sono gli unici per cui ho pianto.

  • Cosa ti ha attratto maggiormente nel creare una narrazione che attraversa due epoche diverse, collegando le vite delle protagoniste del passato con quelle delle sorelle Ninfa e Alelì nel presente?

Mi ha attratta l’idea di mostrare come, alla fine, benché le epoche e le condizioni al contorno siano molto
diverse, le paure e i problemi dell’animo umano siano gli stessi: il timore di non trovare il proprio posto nel mondo o lo sgomento di quando ci si accorge di averlo perso, l’incomunicabilità a prescindere dall’amore che lega, la voglia di seguire i propri sogni e la sensazione di costrizione che si prova quando la gente attorno non li accetta, l’importanza delle radici familiari e degli amici. É questo che più mi ha fatta riflettere: i diversi modi che trova la vita per cucinare sempre gli stessi ingredienti. La mia professoressa di latino del liceo diceva sempre “Il passato è sempre presente” e spero di aver reso giustizia a questa idea scrivendo questo romanzo.

  • Qual è il messaggio principale che vorresti che i lettori traghettassero con sé dopo aver letto “Il sentiero delle formichelle”?

I messaggi sono due. Il primo è che non dobbiamo mai dare nulla per scontato: soltanto ieri le cose erano
completamente diverse, le condizioni di vita sapevano essere disumane, logoranti, soprattutto per una donna.
E lo sono ancora oggi, dietro l’angolo. Mai dimenticare, mai abbassare la guardia. Il secondo è che la cosa
più importante non è come ci vedono gli altri, ma come noi vediamo noi stessi: se si è abbastanza forti per vedersi per ciò che si è, si diventa padroni della propria vita. Ed è lì che esplode la bellezza.

Grazie per il tuo tempo
Grazie a te, cara Jenny!



Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la curatrice del blog letterario "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.