intervista a Elisa Mariotti

foto presa dal web

ELISA MARIOTTI (Siena, 1979) lavora da anni in ambito assicurativo. Fervida lettrice, si avvicina alla scrittura in fase adolescenziale. Nel 2016 viene pubblicato il suo primo libro, “Occhi negli occhi”, a cui sono seguiti racconti, storie per bambini e poesie. Nel 2019 esce per primamedia editore “La verità nello specchio e altri racconti”, dodici racconti su altrettanti caldi temi della nostra società. È invece del 2021 la raccolta di favole per bambini dal titolo “Fata Librina e le favole della buonanotte”. E nel 2023 è uscito “In una rara notte di luna piena”, un altro libro dedicato al mondo dell’infanzia. Da più di un anno Elisa Mariotti è la voce di “Otaria la volontaria”, personaggio di fantasia nato all’interno del giornale online sienasociale.it; fa parte dell’associazione Gli scrittori senesi, del gruppo di lettura “Femminile plurale” ed è socia del Centro Mara Meoni di Siena, nonché socia sostenitrice di ICWA – Associazione Italiana Scrittori ragazzi.


“Donne e Parole: Virginia, Sibilla e Colette tra Sogno e Realtà” è un viaggio letterario che porta i lettori nel cuore di una conversazione immaginaria tra tre icone della letteratura: Virginia Woolf, Sibilla Aleramo e Colette. . Attraverso questo incontro immaginario, il libro offre uno sguardo intimo sulle vite e le opere di queste tre autrici straordinarie, esplorando i temi universali di sogno, realtà, creatività e libertà. Una lettura interessante per gli amanti della letteratura femminile.


Buongiorno, Elisa. Grazie per aver accettato questa intervista. Sono entusiasta di parlare del tuo libro “Donne e parole”, che ci introduce nel mondo affascinante e ricco di significato di tre grandi scrittrici: Virginia Woolf, Sibilla Aleramo e Colette. Cominciamo subito. Come è nata l’idea di questo romanzo e qual è il tuo obiettivo principale nel raccontare le vite e le opere di queste autrici?

Buongiorno a te,  Jenny, e grazie. L’idea del romanzo nasce dalla volontà di rendere omaggio a colei che ritengo “La Scrittrice”, e non una scrittrice qualsiasi: Virginia Woolf. Mi sono però dovuta confrontare con il fatto che la Woolf rappresenta forse il personaggio letterario del Novecento più studiato al mondo. Si è pertanto reso necessario uno sforzo da parte mia nel trovare un modo diverso, se non originale, di parlare di lei. Ed è proprio qui che entrano in gioco Sibilla e Colette, due figure che sono per certi versi agli antipodi di quello che inizialmente ritenevo il personaggio principale, ma simili sotto molti altri aspetti. Un punto che accomuna le tre donne è, per esempio, il fatto di aver vissuto lo stesso periodo storico. Ma ce ne sono tanti altri, scoperti a mano a mano che procedevo con lo studio e che mi appassionavo, giorno dopo giorno, anche alle altre due autrici: Sibilla Aleramo, figura che nella letteratura, allora come oggi, non ha mai trovato lo spazio che secondo me merita e Colette, pressoché sconosciuta in Italia – se non agli addetti ai lavori -, ma donna e scrittrice di centrale importanza della letteratura francese. Mi sono prefissa dunque l’obiettivo di portare alla luce gli aspetti più nascosti, meno visibili e meno palpabili di queste tre donne la cui vita interiore ha inevitabilmente condizionato la loro intera opera letteraria.

Come hai affrontato la ricerca e la creazione di questo dialogo immaginario tra le tre autrici?

Dopo averle individuate, era necessario capire come metterle in relazione. L’immagine di loro tre, sedute allo stesso tavolo di un bar, mi è venuta a far visita più di una volta. La prima ho fatto finta di niente, l’ho presa come una delle tante idee bislacche che mi  passano per la mente. “Come è possibile mettere in relazione tre donne così diverse?”, mi chiedevo. La seconda volta invece l’ho lasciata lì, quest’idea, a decantare come si fa con il buon vino. C’era qualcosa che mi diceva che avrebbe potuto funzionare, anche se ancora non avevo assolutamente chiaro come poterci riuscire. La terza, senza pensarci troppo, ho preso carta e penna (sì, scrivo a mano, l’avvio di ogni mio scritto è realizzato con inchiostro blu su carta bianca) e mi sono idealmente seduta al tavolo insieme a loro. La figura di Anna, voce narrante della storia, non è nata per caso. Come del resto nulla di quello che è presente nel testo e che riguarda le tre autrici è scritto a caso. Ogni dettaglio, ogni colore, ogni movenza che le riguarda è frutto di una ricerca accurata.

Qual è stata la sfida più grande nel raccontare le vite di queste tre donne straordinarie? E cosa ti ha sorpreso di più nel tuo processo di ricerca e scrittura?

Credo che la sfida più grande sia assolutamente stata quella di costruire la struttura portante della storia, cercando di darle impalcature ben precise e solide, ma anche leggerezza. Questo è il primo lavoro in cui ho progettato una trama come un “architetto” e non come un “giardiniere” e ciò è stato possibile grazie allo studio e alla ricerca che ci sono stati prima di cominciare a mettere nero su bianco la prima parola. Una volta iniziato sapevo perfettamente come proseguire e fino a dove arrivare. Non ero però certa del risultato finale, anche se oggi posso dirmi soddisfatta: le tre donne, alla fine della lettura, vengono fuori con tutte le loro peculiarità, non soltanto letterarie. Era quello che volevo: sentirle vicine, amiche, ordinarie nella loro straordinarietà. Maneggiare personaggi di questa levatura è sempre un rischio. Ma io non ho paura.

Qual è il messaggio principale che vorresti che i lettori portassero con sé dopo aver letto “Donne e parole”?

Non  credo che questo libro abbia un messaggio specifico da consegnare nelle mani del lettore. Direi piuttosto che offre, attraverso le circa sessanta parole che vengono proposte e argomentate da Virginia, Sibilla e Colette, tanti spunti di riflessione; da argomenti più leggeri a tematiche più pesanti che fanno parte del mondo femminile, da sempre, ma non solo. Sarei felice di sapere che una lettrice, o un lettore, una volta chiuso questo testo decidesse di approfondire almeno una delle tre grandi personalità che hanno fatto della libertà di vita, di pensiero e di scrittura il loro stendardo. Vorrebbe dire che lo scopo che mi ero posta all’inizio è stato raggiunto in pieno. Ma poi, come diceva Proust, Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso, per cui sono convinta che questa lettura lascerà ad ognuno qualcosa di diverso.

Grazie per il tuo tempo…

Grazie a te, Jenny, per avermi dato la possibilità di spiegare qualcosa di più di quello che ruota attorno a “Donne e parole. Virginia, Sibilla e Colette tra sogno e realtà”, Primamedia Editore. Non solo un libro.

Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la curatrice del blog letterario "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.