Una villa lussuosa su un’isola e un gruppo di ragazzi belli e spensierati… gli ingredienti per una vacanza da sogno o la ricetta per un disastro? Peach è al settimo cielo: sua sorella Di ha deciso di sposarsi e lei, in quanto damigella d’onore, vuole assicurarsi che tutto sia perfetto. Cosa c’è di più romantico di una cerimonia su un’isola al largo della splendida costa del sud Italia? Ma Peach non ha fatto i conti con la lista degli invitati, tra cui figurano alcune sue vecchie conoscenze… Riuscirà ad accompagnare Di all’altare sana e salva, e insieme a trasformare la sua vita sentimentale inesistente in un’appassionante storia d’amore?
A mio marito Joe e alla mia straordinaria famiglia
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Tutti sanno che il giorno del tuo matrimonio dovrebbe essere uno dei più felici della tua vita, ma se vuoi esserne davvero sicura puoi sempre decidere di spendere duemilacinquecento sterline per una carrozza in stile Cenerentola.
«Il top di gamma», assicura la wedding planner dell’hotel. «È uno splendido cocchio a forma di zucca color avorio, con una fantastica tappezzeria bianca all’interno… ha persino una piccola corona in cima. Come nelle fiabe. È sempre molto richiesto».
«Sembra bellissimo», rispondo.
«Se sceglierete di celebrare qui il vostro matrimonio, potremo occuparci noi di tutta l’organizzazione. Se volete, possiamo venirvi a prendere a casa e accompagnarvi in chiesa, oppure direttamente qui, se preferite una delle nostre cerimonie civili, che consiglio vivamente. Le chiese sono così monotone. C’è un costo aggiuntivo al chilometro, chiaro, ma possiamo parlare di questi dettagli più tardi. Vogliamo entrare?».
Annette è la wedding planner dell’Hotel Chadwick di York. In questo preciso momento ci troviamo fuori dalla struttura a cinque stelle, e dal vialetto di accesso ricoperto di ghiaia stiamo ammirando l’edificio classificato di interesse storico-architettonico.
È una giornata di sole splendida, di quelle in cui puoi tranquillamente indossare un abitino smanicato senza che il caldo ti faccia apparire in disordine; qualche grado in più e i miei capelli, che sono biondi, lunghi e lisci, sarebbero per metà increspati e per metà appiccicati sul mio viso. Oggi è davvero tutto perfetto, una giornata da vestiti estivi, sandali, capelli perfettamente in piega e trucco senza sbavature.
«Sì, entriamo», rispondo con entusiasmo.
«Dunque, l’hotel è stato aperto più di un secolo fa. Come può vedere, ha una facciata di terracotta ornamentale, tipica dell’architettura gotica vittoriana, e una cupola di pietra, che si presta a fungere da splendido sfondo per le foto all’esterno».
Sorrido e annuisco perché, se devo essere onesta, non so di cosa stia parlando. Vedo che si tratta di un bellissimo edificio antico, circondato da grandi giardini pieni di fiori, stagni enormi con imponenti fontane al centro, e alberi dappertutto. È difficile credere che siamo così vicini alla città, e non riesco a non lasciarmi trasportare, immaginando di poter arrivare davanti alle sue porte grandiose, soffermarmi per le foto con mio padre, e poi tornare qui dopo la cerimonia per il servizio fotografico con il mio futuro marito e tutti i nostri cari.
«Stupendo», dico, e poi taccio. Non trovo altre parole per descriverlo.
Una volta all’interno dell’atrio spazioso, Annette prende dalla reception il raccoglitore che contiene la proposta preparata per me e mi conduce oltre la scalinata in legno in mezzo alla sala.
Sono colpita dalla luce spettacolare prodotta al centro del salone da un grande lampadario a doppio tamburo sospeso in alto, che mi affascina così potentemente che quasi finisco addosso a un impiegato dell’hotel che mi viene incontro.
«Accidenti, mi dispiace tanto», esclamo. «Ero assorta».
«Non si preoccupi», dice lui con una risata.
Annette ride garbatamente.
«Succede spesso», mi rassicura. «Venga, lasci che le mostri la sala dei ricevimenti».
“Sala dei ricevimenti” mi sembra una definizione un po’ vaga. Be’, molti posti, dai ristoranti ai municipi, hanno degli ambienti riservati alle cerimonie; quindi, l’unica vera aspettativa che ho è uno spazio per i tavoli. Ma questo salone merita sicuramente un nome più prestigioso, perché è… totale. Il soffitto è alto forse tre volte quello di una stanza normale, con enormi finestre ad arco che inondano l’ambiente di una bellissima luce naturale.
«Ah, Lady Penelope, vedo che le finestre hanno attirato la sua attenzione», dice, e poi ride tranquillamente tra sé e sé. «La gente la chiama mai Lady Penelope?».
In realtà sempre, ecco perché di solito mi faccio chiamare con il mio soprannome, Peach. Altrimenti mi chiamano Lady Penelope come nei Thunderbirds o Penelope Pitstop come nelle Wacky Races. Pensavo di essermi lasciata alle spalle questo nome quando sono andata all’università, ma poi è uscito quel film intitolato Penelope (sulla ragazza con il muso di maiale), un mio compagno di corso l’ha scoperto e ha cominciato a prendermi in giro. Non avrei mai pensato di arrivare a trent’anni e dover ancora fare i conti con il mio nome.
«Sei la prima», è la mia risposta, a metà strada tra una bugia beneducata e feroce sarcasmo.
«È così divertente», dice lei. «Comunque, tornando alle finestre, se premo qualche pulsante…».
Con un paio di tocchi sullo schermo del tablet Annette fa scendere delle tende oscuranti, e sprofondiamo nel buio, ma solo per una frazione di secondo, prima che il soffitto si animi di tante piccole luci, come un cielo notturno pieno di stelle scintillanti. Altre lucine illuminano le tende di tulle color avorio che adornano le pareti, rendendole cangianti.
«Modalità discoteca», dice con un sorriso. «Per la festa. Raccomandiamo il nostro DJ della casa, che in passato è stato il DJ di… Accidenti, uno di quei posti di vacanza alla moda, temo di non essere abbastanza cool da ricordare quale. So per certo che è molto bravo però, quindi potete prenotarlo, a fronte di un costo aggiuntivo».
«Oh wow», commento, continuando a fissare il soffitto. È tutto quello che riesco a dire, tanto resto a bocca spalancata.
Ho visitato molte location per matrimoni di recente, ma questa è di gran lunga la più bella. È semplicemente il top.
«Se vuole dare un’occhiata alla sua brochure», suggerisce. «Possiamo valutare i pacchetti e vedere quale fa al caso suo. Accomodiamoci a uno dei tavoli».
I pacchetti si chiamano Silver, Gold e Platinum. Questo è il motivo per cui il Chadwick è una spanna sopra gli altri: non hanno nemmeno un pacchetto “Bronzo”, e non specificano i prezzi nella brochure, il che indica che sono davvero costosi.
«Possiamo soddisfare tutte le esigenze nutrizionali», dice. «E siamo molto flessibili. Con un supplemento».
Continua a ripetere “con un supplemento”, e mi rendo conto che questo matrimonio sta diventando sempre più esoso.
«Stava pensando a sessanta ospiti per la colazione di nozze e cento la sera?», mi chiede conferma.
«Esatto», rispondo.
«Non è un problema. In fondo alla pagina può trovare i pacchetti con il prosecco…», Annette arriccia il naso con disgusto, «tuttavia la maggior parte dei nostri ospiti opta per lo champagne, con un costo addizionale», aggiunge. «Ma vale senza dubbio la pena di rivedere il vostro budget».
«I soldi non saranno un problema», dico con disinvoltura. «Ci si sposa solo una volta, giusto?»
«Questo è il piano», risponde lei con un sorriso. «Mentirei se dicessi che non ho avuto alcuni clienti abituali».
Per qualche secondo Annette si perde nei suoi pensieri, rimanendo assorta in qualcosa di certo più oscuro dell’organizzazione del mio matrimonio. Immagino che la sua mente la porti alle coppie che sono state qui, sono andate via e poi sono ritornate. Annette ha un’eleganza disinvolta e il suo trucco è assolutamente perfetto. Nonostante i suoi occhi siano traditori, proprio il trucco impeccabile riesce a farla sembrare allo stesso tempo professionale e felice. Alla fine, il suo sguardo torna a posarsi su di me e sul suo viso ricompare il sorriso. Immagino che sia un po’ deprimente fare il burattinaio che tiene i fili organizzando il grande giorno di qualcun altro. Ma qualcuno deve pur pensare a pulire la cacca dei cigni, rifletto. Sì perché, con un supplemento, c’è anche la possibilità di noleggiare dei cigni, la cui utilità non mi è tuttavia per nulla chiara.
«A proposito di coppie felici, dov’è lo sposo? Ha lasciato tutta l’organizzazione a lei?», chiede, con un tono amichevole, come se stessimo parlando del più e del meno. Dubito che voglia davvero saperlo.
«Matthew deve lavorare», rispondo. «È così impegnato che mi sto occupando io di tutte le questioni preliminari».
«Questo è molto carino da parte sua», dice lei. «Scommetto che si rende conto di aver trovato una brava moglie».
«Lo spero», dico con un sorriso.
«Le vostre famiglie vanno d’accordo?», chiede Annette.
«Abbastanza», rispondo.
Annette annuisce saggiamente.
È l’autrice bestseller di oltre venti commedie romantiche. I suoi libri sono il rimedio perfetto per sfuggire alla vita quotidiana. Ex giornalista, ha lasciato la città per vivere una vita tranquilla con suo marito e il suo cane nello Yorkshire. Per saperne di più: www.portiamacintosh.com
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