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“Il ragazzo selvatico”
Autore: Paolo Cognetti
casa editrice: Terre di mezzo
genere: Narrativa
data di pubblicazione: Aprile 2013
pagine: 99
prezzo: 9,50
Trama
Paolo ha trent’anni e si sente senza forze, sperduto, sfiduciato: gli sembra di non andare da nessuna parte. Così lascia la città dov’è nato e cresciuto e se ne va a stare in montagna, in una baita a duemila metri. Qui, nella solitudine quasi totale, riscopre una vita più essenziale e rapporti umani sinceri con gli unici due vicini di casa. La storia vera di una fuga e di un viaggio per ritrovare se stessi, per fare i conti con il passato, una lotta a mani nude contro il dolore. Un libro forte e commovente da una delle migliori voci della narrativa italiana.
Recensione
Il libro “Il ragazzo selvatico” è un quaderno di montagna che l’autore Paolo Cognetti ha scritto mentre attraversava un periodo difficile della sua vita.
All’età di trent’ anni Paolo decide di lasciare il suo presente , entra in crisi, la vita che sta vivendo non lo soddisfa, sente che gli manca qualcosa ma non a livello economico ha bisogno di rimettersi in contatto con la sua vera identità, col il suo io più profondo, sente l’esigenza di capire di che cosa ha realmente bisogno e cosa vuole veramente dalla vita, così decide di rifugiarsi in montagna.
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“Il giovane uomo urbano che ero diventato mi sembrava l’esatto contrario di quel ragazzo selvatico, così nacque in me il desiderio di andare a cercarlo. Non era tanto il bisogno di partire, quanto di tornare; non di scoprire una parte sconosciuta di me quanto di ritrovarne una antica e profonda, che sentivo di aver perduto.”
Paolo trascorre il suo primo periodo di eremitaggio in una baita , senza i confort ai quali era abituato in città. A fargli compagnia c’erano soltanto i rumori del bosco che lui non conosceva ai cui non era abituato e per questo lo facevano rimanere sveglio la notte.
In quel luogo c’erano lui e la sua parte intima più nascosta a cui voleva attingere per ritrovare la sua vera essenza.
“Nella baita precipitai di nuovo nelle paure infantili: quando la luna calava il buio era assoluto, e il silenzio così profondo da procurarmi dolore alle orecchie, tese per cogliere qualsiasi suono.”
Nel periodo dell’alpeggio, il posto in cui si è rifugiato si ripopola, arrivano i pastori con le rispettive famiglie per trascorrere il periodo estivo sui monti con il loro bestiame. Paolo fa amicizia con alcuni di loro.
A un certo punto decide di esplorare la montagna che lo circonda, lascia la baita e intraprende un viaggio che lo porterà ad approcciarsi alla fatica fisica ed emotiva.
La prova più dura non è cambiare abitudini, abituarsi allo sforzo fisico che la montagna richiede, la prova più difficile è stata sopravvivere alla solitudine.
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“Mi sentivo sfiduciato e sciocco, trascinato fin lì da un gioco insulso: perdermi per vedere se ero in grado di ritrovare la strada, scappare lontano da tutti per cullarmi nella nostalgia. Ero andato in montagna con l’idea che a un certo punto resistendo abbastanza a lungo, mi sarei trasformato in qualcun altro, e la trasformazione sarebbe stata irreversibile: invece il mio vecchio nemico Spuntava fuori ogni volta più forte di prima”.
In montagna attraverso Remigio e gli altri montanari, Paolo riscopre il piacere di stare insieme senza troppe pretese, bastava una bottiglia di vino e per mangiare tutto ciò che riuscivano a racimolare durante la giornata, tuttavia per loro era importante stare insieme per scambiarsi due parole.
La montagna accoglie, offre rifugio, rigenera e mette a dura prova, tuttavia ha un grande potere riesce a rimetterti in contatto con il tuo io interiore e a farti riflettere sulle cose che valgono realmente nella vita, è un richiamo arcaico al quale tutti apparteniamo e in pochi hanno il privilegio di scoprire.
“Il ragazzo selvatico” è stata una lettura piacevole, l’autore è stato molto bravo nel descrivere le sue emozioni , il piacere di trascorrere del tempo immerso nella natura e l’importanza di riconnettersi con se stessi. Viviamo in un mondo frenetico e la montagna ha molto da offrirci sotto vari punti di vista.
Io amo la montagna, ogni tanto sento anche io il bisogno di rifugiarmi in essa, per riflettere, per fermare i pensieri e per trovare un po’ di pace, la montagna mi rigenera , mi tiene agganciata a me stessa , io tra i monti ritrovo la strada di casa…
Un libro che consiglio a chi ama la montagna e a chi vuole scoprirne i suoi effetti positivi…
“Era facile perdere il tempo dei giorni che passavano.
Fuori dalle finestre regnava un bianco uniforme, sempre uguale fino a sera.
Soltanto all’alba capitava di vedere il mare di nuvole dall’alto, proprio come se il nostro mondo fosse separato da quello di sotto, uno lucente e limpido e l’altro piovoso e buio.”