Recensione “La bambina di Auschwitz”

TRAMA

La storia vera di Tova, una tra i pochissimi ebrei a essere uscita viva da una camera a gas Tova Friedman è una delle più giovani sopravvissute ad Auschwitz. A soli quattro anni scampò alle esecuzioni di massa nel ghetto della città polacca in cui viveva insieme alla sua famiglia. A sei anni fu fatta salire su uno dei treni diretti verso l’inferno in terra e deportata nel campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau. Nonostante la giovane età, in quel luogo fu testimone di terribili atrocità e si trovò, come pochissimi altri hanno avuto la possibilità di testimoniare, dentro una camera a gas. In questo libro Tova Friedman racconta finalmente la sua storia.

“Da quando ero nata, abitavo in un mondo in cui essere Ebrei voleva dire essere destinati a morire. Era perfettamente normale che ti chiedessero di morire. Tutti i bambini Ebrei morivano.”

Tova nasce un anno prima che scoppiasse la  persecuzione contro gli  Ebrei, passa la sua infanzia rinchiusa nel ghetto ebraico di Tomazòw Mazowiecki e trascorrendo le ore nascosta sotto un tavolo Da lì osserva  la crudeltà a cui viene posta la sua famiglia, tuttavia quando il tavolo inizia ad essere troppo basso è costretta a uscire dal suo nascondiglio e a vedere la realtà da un’altra prospettiva.
La situazione di giorno in giorno peggiora, ma lei , grazie al coraggio di sua mamma, alla sua presenza e ai suoi consigli riesce in qualche modo a sopravvivere a tutte le dure prove che dovrà affrontare.
Prima regola: Non Piangere
Seconda regola: Non guardare i nazisti negli occhi , fermati alla cintura
Terzo: non correre


Iniziano i rastrellamenti, anche Tova e la sua famiglia devono partecipare alle selezioni, le superano e vengono deportati al campo di lavoro di Starachowice, lei aveva solo cinque anni.
La cosa importante per loro è che tutta la famiglia fino a quel momento sia sopravvissuta, il tempo trascorre e le voci di un campo concentramento si fanno più forti e la paura cresce sempre di più.


L’incubo si avvera e dopo un viaggio lungo trentasei ore, Tova e sua madre arrivarono ad Auschwitz e per la prima volta la famiglia viene separata: era il 30 luglio del 1944 Tova aveva solo cinque anni.

“Ero atterrita da come, in ogni fase della nostra iniziazione a Birkenau, eravamo fisicamente violate, umiliate e sminuite.”

Per un breve periodo Tova e sua mamma vivono nello stesso blocco, poi la piccola si ammala.
Una volta guarita viene trasferita al blocco Kinderlager con altri bambini, lì impara a cavarsela da sola.   Mamma Reizel non è presente in quel ghetto ma nella testa della bimba risuona la sua voce con tutti i consigli da mettere in pratica per rimanere in vita, lei continua a proteggerla da lontano.
Tova rischia di perdere la vita in varie situazioni, ma ogni qualvolta si avvicinava alla morte c’è qualcosa che lo impedisce…

Alla fine della guerra in quel campo sono soltanto cinque i bambini sopravvissuti.

Tova ha deciso di raccontare la sua storia per far sì che non si ripeti e che tutte le vittime dell’Olocausto non siano morte invano.


“La Bambina di Auschwitz” è la testimonianza vera e dolorosa di una bambina che ha visto e conosciuto la  più cruda brutalità degli uomini.
Un racconto che parla di sofferenza, ferocia ma anche di amore, l’amore di una madre che fa di tutto per proteggere la sua bambina…
La sua storia si divide in due parti: nella prima racconta la sua infanzia trascorsa tra sofferenza, perdite e morte e la seconda racconta della sua vita dopo i Campi di concentramento e di come al loro rientro in società non sia stato per niente facile, perché nonostante tutto quello che avevano subito le persone continuavano a discriminarli e a non accettarli in società.
Leggere la  testimonianza di ciò che avvenne  nel Dopoguerra è stato molto doloroso, non conoscevo i retroscena del dopo, pensavo che l’ostilità delle persone nei confronti degli Ebrei si fosse fermata nel momento in cui i Russi salvarono tutta quella povera gente, ma così non è stato, purtroppo, l’ignoranza e la cattiveria continuarono obbligandoli a continui spostamenti e a non poter trovare una fissa dimora.
Tova  come racconta nel suo libro, ha potuto riscostruire alcuni episodi grazie alle testimonianze trascritte da suo padre sullo “Yizkor” , una specie di diario che racchiude molte testimonianze di Ebrei sopravvissuti.
Credevo di essermela scampata dal commuovermi, ma arrivata alla fine della storia , le parole scritte da Tova mi hanno toccato nel profondo, è riuscita nel suo intento, non sono rimasta indifferente alla sua storia, ho indossato le sue scarpe e mi sono fatta accompagnare da una bambina di quattro anni e  ho visto la crudeltà con occhi da adulto non l’ho potuta vedere con occhi di bambina, a quello ci ha pensato lei.
Potrà sembrare che ogni storia si assomigli ma non è così ogni testimonianza è diversa, ogni racconto aggiunge qualcosa in più al puzzle della storia dell’Olocausto, tante storie devono essere ancora raccontate tante quanto le persone che hanno subito queste atrocità.
La voce di Tova si è aggiunta a molte altre, dalla sua storia ho imparato cose nuove, man mano che aggiungo un libro nella mia libreria dal tema l’Olocausto il mio bagaglio si arricchisce, non mi stancherò mai di leggere le loro storie, perché non dobbiamo dimenticare.

“Auschwitz è impresso nel mio DNA. Quasi tutto quello che ho fatto nella mia vita dopo la guerra, tutte le decisioni che ho preso sono state plasmate dalle mie esperienze durante l’Olocausto.
Sono una sopravvissuta. E per questo ho l’obbligo del sopravvissuto: rappresentare il milione e mezzo di bambini ebrei assassinati da nazisti. Loro non possono parlare. Per cui, più di ogni altra cosa, devo dare loro una voce.”
Tova Friedman

Titolo: “La bambina di Auschwitz”
Autrori: Tova Friedman e Malcolm Brabant
Traduzione di: Andrea Russo
Casa Editrice: Newton Compton
data di pubblicazione: 6 Gennaio 2023
Genere: storico
pagine: 276
prezzo: 9,90

Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la curatrice del blog letterario "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.