” A te,
che vorresti volare via, ma resti
che, se senti le lacrime arrivare,
Le inghiotti prima che qualcuno li veda
Che sai trovare la gioia
dentro ogni mattina qualunque
che ami senza avere paura.
Alla forza misteriosa e magnifica
di tutte le donne del mondo
E agli uomini
che sanno tenerle per mano.
L’AMORE
Venezia, un sabato, molti anni fa
Dalla finestra, si vedeva il mare.
Le nuvole tremavano, appese a un cielo curvo, di un blu pervinca.
Il sole pigro del tramonto le frugava. Le tingeva d’arancione, e di violetto.
Le smerlava di un oro soffice. Si avventurava fin quasi a toccarle.
Come una bocca che ne cerca un’altra.
<<Ti amo.>>, disse lui, semplicemente.
Sentiva la pelle fragrante di lei contro la schiena. Il seno piccolo, la pancia piatta.
E il soffio delicato del respiro.
<< Perchè non dici nula?>>
Percepì il sorriso di lei, senza vederlo.
<< Lo fai perchè diventi pazzo di te, lo so>>, disse. <<Ma,sai, io sono già pazzo di te.>>
E represse l’impulso di girarsi.
Di prenderla.
Di nuovo.
Lei gli si strinse contro.
Gli appoggiò le labbra fresche nell’incavo del collo, dove la nuca cedeva ai capelli.
<<Che buon odore.>>
Lui girò la testa quel poco che bastava affinchè le loro bocche si incontrassero.
<< Perchè è andata così?>> fece lei.
Aveva la voce dolce e morbida, come una corolla che il vento socchiude.
<<Non lo so, amore mio. Non lo so.>>
Si tirò su di scatto e lui subito si voltò per vederle il viso.
Splendeva.
Ma gli occhi grigi scintillavano di qualcosa che lui non seppe dire.
<<Perchè ho sposato…lui?>>
La attirò sul suo petto e lei si arrese.
Fu così, abbracciati, come due angeli con un paio di ali sole, che continuarono a parlare.
<< L’hai sposato perchè ancora non mi conoscevi>>, provò a scherzare.
Lei scosse il capo. Gli dette un piccolo schiaffo sul petto.
<< Che bel petto hai.>>
<<E tu me lo prendi a schiaffi?>>
E questa volta risero insieme.
Poi lei sospirò.
E il suo sospiro uscì dalla finestra e inchiodò le nuvole al destino.
<< L’ho sposato per ripicca. Per colpa di uno che non mi aveva voluto. Succede, ma io avevo ventuno anni, non capivo granchè. Ti annoio?>>
<<No.>>
<< Loro hanno terre, in Argentina. Molte. Tornò a Venezia per prendere moglie, che cosa stupida. Sembra un romanzo di Jane Austen, in fondo tutta la vita delle famiglie come le nostre è rimasta ferma a quel minuetto.
Mia madre conosceva sua mare, le solite cose. Sembrava che io dovessi andare a studiare a Londra, per dimenticare la delusione. Invece comparve lui. Sono passati…dunque, ci siamo sposati nel…nel…>>
Paolo la strinse piu’ forte e appoggiò la cocca sui capelli profumati.
Un sospiro. << Vedi, tu me lo fai dimenticare…>>
Di nuovo lui sorrise e restò zitto.
<< Che stronzo che sei, ti faccio un complimento e fai finta di nulla?>>
Lui sollevò il viso di lei, e lo prese tra le mani.
<<IO ti amo>>, ripetè. Semplicemente.
Lei gli ricadde sul petto, attraversata dalla purissima gioia che dà l’essere amati da chi si ama.
<< Pensavo che da sposata, tutto sarebbe andato a posto. Abbiamo cominciato a fare la stessa vita di mia sorella, le stesse feste, gli stessi viaggi. A lei non venivano figli. E io la volevo battere, almeno in quello.>>
<<Lo so.>>
<<Già, mi dimentico sempre che tu sei entrato nella mia vita insieme a mi figlia.>>
<<Un pò dopo…>>
<<Pensa>>, e lei alzò la testa e la inclinò di lato, per guardarlo.
Lui le accarezzava lentamente la schiena. Sentiva il suo tepore. La dolcezza di quel momento gli straziava il cuore.
<<Se avessi chiamato un altro, a fare il lavoro…>>
<<Io ti avrei trovato lo stesso.>>
Tacquero.
La loro pelle parlava.
Nella camera si insinuò un soffio di brezza che veniva dal mare.
<<Oh, sarà tardi, devo andare..>> disse lei. <<Mi ero scordata>>
Gli sorrise con un lampo sbarazzino in quegli occhi di nuvola e di vento.
<<Come sei bella.>>
<<Ma dai.>>
Scivolò via dalle sue braccia, verso il bordo del letto.
<<Non andare.>>
<<Ma…>>
<<Non ancora>>
La riprese, se la rimise accanto, al sicuro tra il suo braccio e il petto. E cominciò a baciarla. Piccoli baci teneri, sulle guance, sulle palpebre, sulle ciglia.
<<Mi spettini…>> disse lei., con una vocina fragile.
E all’improvviso, gli si strusciò contro e rispose ai suoi baci e presero uno la bocca dellìaltro e se la scambiarono e poi si strinsero e si trovarono l’un l’altro anfratti e nascondigli e pieghe molli e dolcissime e segrete.
E alla fine il cuore di lei fu quello di lui e gridarono insieme, e il loro grido corse per le stanze del villino vuoto di mobili, pieno del loro amore.
Ormai le nuvole si stiracchiavano dentro il cielo che si scuriva.
<< Devo andare>>, gli sussurrò lei, un fiato tiepido nel lobo dell’orecchio.
<<Resta.>>
Fecero l’amore di nuovo.
foto presa dal web
Antonella Boralevi è fiorentina e vive a Milano ha pubblicato 21 tra romanzi, racconti e saggi. “Chiedi alla notte “è la nuova avventura di Emma e Alfio, protagonisti del best seller “La bambina nel buio”.