Yvette è una giovane donna francese che vive a Bordeaux e vuole diventare una commercialista. Sin da bambina ha la passione per l’archeologia e, durante un suo viaggio in Italia si ritroverà a lavorare in uno scavo a Ercolano, paese situato vicino ai famosi scavi di Pompei della città di Napoli. All’interno dello scavo, ritroveranno un portale che fu costruito da Efesto, su richiesta di Dioniso e, sembra che, quest’oggetto abbia un potere particolare: dividere le anime e i corpi. Nel momento in cui si troverà a stretto contatto con il portale le accadrà qualcosa di strano. Riuscirà Yvette con la sua tenacia e il suo essere forte a superare l’ardua prova che la vita le ha riservato?
Anna Calì
Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso.
(Luigi Pirandello)
Premessa
Iniziare un nuovo viaggio è la costruzione di un progetto che conduce verso un punto sconosciuto che si desidera scoprire.
E non è la meta, l’inizio di tutto, il vero viaggio parte dal desiderio di volerlo fare, da quel momento in cui guardiamo a qualcosa e desideriamo raggiungerla.
Già, i desideri! Che grande risorsa per la nostra vita. Se non desiderassimo nulla, cosa sarebbe il nostro mondo? Un’esistenza senza mete? Un percorso senza obiettivi?
Ed è per questo, che spesso, ci imbarchiamo in quello più difficile da affrontare, in quel percorso dentro noi stessi, dove la conoscenza non è mai abbastanza, dove il controllo non riesce a essere assoluto, ma sempre e costantemente precario, così come lo sono i nostri stati d’animo, così come lo sono le nostre debolezze.
Che meraviglia anche quelle.
Mi chiedo: A cosa servirebbero gli argini se non ci fossero fiumi che straripano? Tutto rimarrebbe incanalato verso un punto di arrivo ben preciso, che non è più un vero e proprio obiettivo, ma una condanna al nulla.
Per questo si decide di scrivere una storia come questa, perché, ogni racconto è lo scoprire ciò che siamo, è il punto in cui dobbiamo comprendere se tornare indietro o andare avanti verso la conclusione.
Ed è per questo, che i personaggi di una storia s’intrecciano tra realtà e finzione, tra punti di vista e opinioni diverse.
Perché la storia non può essere assoluta e totalitaria, deve sempre lasciare uno spiraglio al lettore per farlo spaziare verso conclusioni diverse.
Prefazione
A cosa servono gli argini se non ci sono fiumi che straripano? Che cos’è la vita se non si ha il coraggio di mettersi in gioco e vedere fino a che punto siamo disposti a sporgerci? Quant’è importante l’essere razionali, quando ci si ritrova in eventi più grandi di noi, dove, l’irrazionalità la fa dà padrona? Questi sono i punti cardini del nuovo romanzo fantasy di Mauro Drago. L’autore torna dal pubblico dei suoi amati lettori con un romanzo puramente inventato. Le protagoniste principali sono due entità, che si ritroveranno a prendere strade diverse, svolgeranno routine differenti, ma, entrambe saranno dettate dal desiderio e capiranno che l’una non potrà fare a meno dell’altra, che il giusto equilibrio di ogni persona è dato esclusivamente dall’insieme di ciò che ha. Una penna delicata e uno stile fluido permettono al lettore di immergersi nel fantastico mondo di Yvette e non solo. Un viaggio che il lettore compirà dalla Francia all’Italia e viceversa e che lo condurrà verso un finale strabiliante e sorprendente, ma in particolar modo alla fine del viaggio il lettore avrà modo di interrogarsi e di riflettere non solo sulla vita stessa, ma, anche sulle azioni che si svolgono nell’arco delle giornate. L’autore attraverso il mondo fantastico e di sbieco i personaggi mitologici e le descrizioni dei luoghi ha voluto condurre le loro peripezie alla sua storia.
Anna Calì
Capitolo 1
Scegliamo sempre noi dove condurre la nostra vita, cosa farla diventare, come modificarla. Sono le scelte che facciamo ogni giorno, i percorsi che tracciamo, i punti di arrivo che ci portano a diventare ciò che siamo e ciò che diventiamo.
Più il modo di essere di ogni individuo è determinato, più questo ha possibilità di scegliere dove condurre la propria esistenza.
Yvette Rêveur è di certo una donna, che per la sua giovane età, ha già le idee molto chiare su quello che vuole diventare nella vita. Un diploma conseguito con ottimi voti, una laurea in economia raggiunta con molta determinazione all’Università di Bordeaux, un ragazzo che pensa di sposare e un amore incondizionato per l’archeologia. Ma quello a cui aspira con maggior determinazione è il sogno comune di tanti: avere una famiglia, uno studio di commercialista, una vita priva di troppi imprevisti e senza troppe imperfezioni.
È così determinata che non fa mai qualcosa tanto per perdere tempo e in ogni progetto mette la passione, la dedizione e l’impegno. Lei sa, dove vuole arrivare ed è consapevole che superando in qualità gli altri, i risultati arrivano sempre.
E così, come nella vita, anche negli hobby, pianifica gli obiettivi e li raggiunge.
Di certo il corso di teoria e tecnica delle costruzioni storiche, organizzato dall’università e che ha frequentato nell’ultimo anno prima della laurea, non l’ha scelto a caso, sapeva che tra gli studenti che si fossero distinti in quel corso, alcuni avrebbero avuto la possibilità di partecipare a uno scavo archeologico come assistenti.
E ben presto, per lei, i risultati arrivarono.
Appena conseguita la laurea, il responsabile del corso che stava frequentando, le annunciò che in Italia c’era la possibilità di partecipare a uno stage su uno scavo archeologico che, la Soprintendenza di Pompei stava iniziando su una dimora romana a Ercolano.
Doveva solo scegliere se andare oppure no, l’incarico era già suo. Yvette era una ragazza decisa e sapeva di volerci andare, ma oltre al suo lato razionale doveva fare i conti sia con l’emotività che l’aveva fatta innamorare di Flavien Moreau, e sia con quella parte che desiderava attenzioni e approvazioni da tutte le persone che le stavano accanto.
Aveva bisogno del loro sostegno nelle scelte importanti, perché lei era, sì, una ragazza determinata, ma con un lato umano fatto di debolezze, e come tanti, voleva sentirsi rincuorata e appoggiata, dalle persone che amava e con cui si confidava, quindi, annunciata la sua decisione alla sorella Corinne, a Flavien e al suo amico Isidore e ricevuta la loro approvazione, decise di accettare e di partire per l’Italia in quella primavera del 2007, quando attorno alla città storica di Ercolano si sentivano i profumi sognati nell’immaginario di Yvette e descritti in maniera eccellente da Goethe nei suoi viaggi a Napoli, in quelle righe che, lei aveva letto e riletto fino alla noia.
Nei giorni a seguire, oltre a occuparsi dei preparativi per la partenza cercava di capire su cosa sarebbe andata a lavorare, la sua indole di pianificatrice non le permetteva di avventurarsi verso qualcosa a lei sconosciuta. Chiese, al tutor del corso di darle materiale per documentarsi. Fece anche delle ricerche per conto suo, chiese ad amici e parenti, ma non riuscì a raccogliere granché.
Da tutte le persone interpellate, ricevette soltanto un fascicolo con delle nozioni molto grossolane, che descrivevano in maniera, sommaria il sito oggetto dello scavo.
Si trattava della “Casa del gran portale”, edificata a Ercolano dopo il terremoto del 62 D.C. Secondo le informazioni reperite dai sovrintendenti italiani, sotto il suolo delle stanze della dimora romana doveva esserci una parte con le mura originarie dell’adiacente “Casa Sannitica” e quindi era intenzione della Soprintendenza di Pompei, riportare alla luce i reperti che documentassero gli usi e i costumi degli abitanti del luogo.
Notizie troppo generiche, ma che stimolarono, lo stesso, la curiosità e lo spirito di ricerca di Yvette, che anche prima della partenza continuò, senza tregua, a cercare quante più informazioni possibili.
Intanto, i giorni scorrevano e quella data era sempre più vicina.
Aveva scelto di anticipare la partenza, rispetto la data d’inizio dello stage perché voleva vedere qualcosa dell’Italia e la sua prima tappa sarebbe stata Roma.
Era il 23 aprile, quando dall’aeroporto Mérignac di Bordeaux, lasciò la Francia, diretta verso quella che per alcuni mesi sarebbe stata la sua nuova dimora.
Diede, un bacio a Flavien, un abbraccio agli amici e alla sorella Corinne, scorse con lo sguardo gli orari, prima dei controlli e si mise in coda al gate.
Non le pesarono di certo, né la fila, né l’attesa. Era molto eccitata all’idea di partire, era troppo felice per riuscire a pensare ad altro.
Volò con lo sguardo smarrito nei suoi pensieri e senza mai chiudere gli occhi fissò dal finestrino: il cielo e le Alpi. Si perse nei colori di quel tramonto e nei movimenti di quelle nuvole tinte di arancio, mentre s’imbattevano nei picchi dei monti, quasi a farli sembrare dei giganti che camminavano sulla neve.
Il viaggio non fu lunghissimo e l’atterraggio non proprio leggero, ma poco le importò, d’altronde Yvette, non era ragazza da avere tante pretese, si adattava bene a qualsiasi situazione.
Fu un pomeriggio ventoso ad accoglierla. Scesa dall’aereo, prese un taxi e si fece condurre in hotel.
Mauro Drago è nato a Cefalù il 28.12.1974. Il suo approccio alla scrittura nasce dall’esigenza di scrivere e di scriversi, dall’amore per le parole e dalla convinzione che tutto ha un profumo che si può cogliere e che si può narrare e descrivere. Partecipa a diverse antologie letterarie tra le quali: “Il Federiciano” pubblicato dalla, Aletti Editore (2011); “Antologia Poetica Domenico Napoleone Vitale” pubblicata dall’Associazione Artemia (2011); “Tra un fiore colto e l’altro donato” pubblicato dalla Aletti Editore (2012); “Tuttinsieme” Pubblicata da Rupe Mutevoli Edizioni (2012); “Alda nel cuore” Pubblicata da Edizione Ursini (2015), “Primo raduno poetico regionale Città di Castellammare” Pubblicato dall’Associazione Culturale Peppino Caleca (2015), Antologia del premio “Nuovi scrittori Ermetici” (2016). È stato selezionato nei seguenti concorsi: “Una Poesia per Eus” (2015); Pubblica “ALLUCINAZIONI poesie-romanzo” (2015) Midgard Editrice, con Roberto Turrisi, “CONCETTI COMPLESSI” (2015) Vitale Editore. Vince la medaglia d’oro per la poesia al “Premio Sicilia Letteraria” (2015), è stato menzionato alla terza edizione del Premio Nazionale di Poesia “Himera” (2015); Pubblica “VERSI SENZA SPERANZA” (2016) Edizioni Drepanum.