“La storia di Christine”
Autrice: Elizabeth Von Arnim
Traduzione di: Simona Garavelli
Casa Editrice: Bollati Boringhieri
data di pubblicazione: 30 maggio 2019
pagine: 148
Berlino 1914. Christine, giovane violinista inglese di raro talento, si trasferisce in Germania per un anno di studio. È felice, conosce anche l’amore, ma presto capisce con sgomento che l’intera Germania brama la guerra e inneggia ai valori di sopraffazione e predominio sulle altre nazioni. Quando infine scoppia il conflitto, e l’Inghilterra si schiera a fianco dei nemici dei tedeschi, Christine è in pericolo. Scritto con lo pseudonimo di Alice Cholmondeley, il romanzo prende spunto dalla vicenda privata di Elizabeth von Arnim e di sua figlia Felicitas, scomparsa appena sedicenne in Germania. All’uscita in Inghilterra nel 1917 il libro ebbe un successo straordinario.
“Ricevere questo talento è stata la fortuna più grande, meravigliosa e fulgida. Lavorerò senza sosta. E quella mia stanza così assurda e cupa si trasformerà in un tempio di felicità: non smetterò di suonare Bach fino a che non sarà diventata meravigliosa.”
Il romanzo “La Storia di Christine” di Elizabeth Von Arnim, edito da Bollati Boringhieri, ci trasporta in un’epoca tumultuosa e piena di contraddizioni, quella della Berlino del 1914, in cui la giovane violinista inglese Christine vive un’esperienza straordinaria tra amore, arte e guerra.
Ma “La Storia di Christine” è anche un racconto intimo e personale. Scritto sotto lo pseudonimo di Alice Cholmondeley, il romanzo si ispira alla vicenda privata dell’autrice stessa e di sua figlia Felicitas, donando un tocco di autenticità e profondità al racconto.
Christine una talentuosa violinista inglese, decide di lasciare la sua patria e affrontare un viaggio verso terre nuove, alla ricerca di perfezionamento artistico . Questo affascinante viaggio è narrato nel libro in una raccolta di epistole scritte dalla giovane alla sua mamma lontana.
“Durante la settimana lavoro, e quando lavoro non penso. E poi c’è l’eccitazione delle lezioni, la gioia per gli elogi e l’ incoraggiamento di Kloster. Ma la domenica è dedicata esclusivamente a te, ed è il momento in cui sento tutto il peso di mesi che devono essere vissuti uno dopo l’altro, giorno dopo giorno, prima di poter tornare da chi amo.”
La narrazione si apre con la luce della speranza e la sfumatura della nostalgia. Christine condivide con la madre la sua anticipazione per il futuro, miscelata con la malinconia di essersi separata dall’amata figura materna. Le sue parole dipingono un quadro emozionale, in cui l’entusiasmo per l’arte si intreccia con il rimpianto per ciò che è stato lasciato alle spalle.
Ma l’esperienza di Christine in Germania si dimostra ben più complessa di quanto avesse immaginato. La tradizione e la cultura tedesca si svelano come un mondo a sé stante, inizialmente perplesso e sconcertante per la giovane . Tuttavia, la sua passione per la musica agisce come faro, guidandola attraverso le difficoltà quotidiane. La sua arte diventa la sua fonte di forza, permettendole di superare le sfide e affrontare il nuovo ambiente con determinazione.
” E’ solo una sensazione, quella di essere completamente sola. Eppure ce l’ho addosso, e tanto più vivo in questo posto, tanto più conosco le persone, tanto più pesante diventa. Lo definirei disagio. Mi sembra che a sentirsi così solo sia il mio spirito, ossia l’ unica, piccola, essenziale parte di me che è il mio vero io e che conta.
La natura lussureggiante che circonda Christine agisce come un balsamo per l’anima, le sue passeggiate all’aria aperta le offrono un rifugio, un respiro nella frenesia della sua vita di apprendimento e crescita.
Ma è un altro elemento che getta una luce imprevista sulla sua strada: l’amore. Un amore inaspettato e profondo, che non solo la emoziona, ma la incoraggia ulteriormente a perseguire i suoi sogni.
“In questi ultimi tre giorni ho vissuto in perfetta felicità. Ora non mi sento per niente nervosa, ma in totale armonia con la natura, come se facessi parte della luce, dell’aria e della foresta, al punto di non capire bene dove queste finiscono e dove comincio io.”
L”ombra della guerra inizia ad allungarsi, gettando un’oscura incertezza sulle strade già intricate di Christine. Il tumulto dell’agosto del 1914 porta con sé incredulità e sconvolgimenti, in un mondo che sembra essere scivolato nell’abisso dell’assurdo.
Il romanzo ha suscitato scalpore alla sua pubblicazione. Le pagine di questo libro ci presentano una Germania al limite della paranoia, un paese pervaso da un’autocelebrazione esagerata e da una crescente sete di supremazia. La narrazione si trasforma in un ritratto affascinante e, in alcuni aspetti, inquietante di una nazione che si prepara a un evento che cambierà il corso della storia.
“… sono andata a casa e ho pregato; ma nelle mie preghiere ho chiesto che la Germania fosse sconfitta, sconfitta e punita per questo spaventoso crimine; che fosse obbligata a mettersi al passo con i tempi, trascinata ai giorni nostri; e che comprendesse che il mondo è troppo cresciuto per tollerare le devastazioni e le distruzioni di un bambino avido e brutale.”
In un contesto storico tumultuoso, Elizabeth Von Arnim dipinge un quadro intenso e coinvolgente di una giovane donna che, in mezzo al caos, cerca di trovare la sua voce, il suo scopo e la sua identità. Un libro che non solo ci intriga, ma ci spinge a riflettere sul potere dell’arte e della narrazione nel catturare l’anima umana in tutte le sue sfumature.
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