Recensione del romanzo “Norwegian Wood” Tokio Blues di Murakami Haruki edito da Einaudi

“Norwegian Wood”
Autore: Haruki Murakami
Traduzione di: G. Amitrano
genere: Romanzo di formazione
data di pubblicazione: 19 Marzo
pagine: 399
prezzo: 13,30

Sinossi

Uno dei piú clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro piú intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull’adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli «altri» per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un’istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.

Recensione

Tōru Watanabe è una giovane matricola che vive, discreto e solitario, nel suo piccolo mondo.

A sconvolgerne la quiete, è la precoce morte del migliore amico Kizuki. Da quel giorno in poi, le cose non saranno più le stesse, non solo per Watanabe, ma anche e soprattutto per Naoko, fidanzata di Kizuki.

Il dolore per la scomparsa del ragazzo, la condurrà infatti, a trascorrere del tempo in un centro di recupero psicologico, lontano dal “mondo esterno”. Ciò, provocherà un ulteriore vuoto nel cuore di Tōru che, spinto dall’amore per Naoko, deciderà di restarle vicino, durante la sua intera permanenza al centro.

Ma il destino, mescola continuamente le sue carte; e così, irrompe nella vita del ragazzo, come un fulmine improvviso, la bella Midori, dalla cinica personalità e dal forte carattere. Sarà proprio questa suo bizzarro ed autentico modo di porsi, ad indurre il nostro Watanabe in uno stato di totale indecisione tra le due.

L’incertezza, cesserà solo con l’accadere di un tragico evento, che ancora una volta, sconvolgerà la vita dei personaggi.

Miglior personaggio:

Anche se ho letto molti pareri contrastanti, il migliore personaggio del romanzo secondo i miei gusti, è decisamente Naoko. Lei, è la versione fragile e pura dell’animo femminile, descritta in tutta la sua complessità emotiva. Una donna consumata dal buio dell’esistenza, che cerca con tutte le sue forze di rinascere dalle sue stesse ceneri. Watanabe, è strettamente legato a lei, grazie all’intensità dei ricordi che riesce a suscitargli, nonostante siano brevi i momenti condivisi insieme.

È la figura più importante, poiché imprime al racconto, uno dei suoi tratti peculiari: ovvero, il forte senso di malinconia e tristezza, che ci accompagna per tutto il tempo.

Conferisce però, anche un pizzico di realismo, poiché Naoko è l’esempio lampante di quanto sia difficile “sorridere” alla vita, in momenti in cui sembra di non aver alcun motivo per farlo.

Figura ammirevole, che rappresenta la disarmante bellezza del Giappone, in tutta la sua delicatezza, esteriore ed interiore.

Conclusioni personali:

Il romanzo è stato scritto da Haruki Murakami, autore che non ha bisogno di ulteriori presentazioni, perché riesce a raccontarsi già molto bene attraverso le parole.

“Norwegian Wood”, il cui titolo riprende il nome di una bellissima canzone dei Beatles alla quale il romanzo fa riferimento, è una preziosa fonte di insegnamenti. Un libro che ci mostra la vita, in tutte le sue sfaccettature, e lo fa servendosi di due donne: Naoko e Midori, appunto.

Un romanzo tutto al femminile: forse perché è la vita stessa ad esserlo?

Ciò che rileva, è sicuramente il modo con cui le due donne vengono presentate. Naoko e Midori, infatti, vengono utilizzate per rappresentare la vita in senso metaforico. La prima, ne esprime la durezza, la difficoltà nel superarne gli ostacoli, il dolore di chi non riesce ad andare avanti perché troppo ancorato ad un passato, che non può più tornare. La seconda, rispecchia invece la forza d’animo, la voglia di prendere la vita con leggerezza, affrontandone i lati più oscuri e traendone comunque qualcosa di positivo.

Un connubio totalmente travolgente nella sua imperfezione, che ci fa desiderare di andare avanti nella lettura, non saziandoci mai.

La scrittura di Murakami è fine, silenziosa, di quelle che ti si insinuano dentro, senza abbandonarti più; ogni pagina di questo libro è un piccolo capolavoro, perché in tutte vi trova la sua massima espressione la complessità emotiva, un argomento sempre attuale, che viene trattato in modo così realistico, da renderlo accessibile a chiunque.

La potenza narrativa dell’autore, innanzitutto, risiede sicuramente nei dialoghi: mai banali, mai eccessivi in alcun senso. Anzi, profondi, riflessivi, pieni di vita.

Poi, negli stessi personaggi, che pur essendo persone estremamente comuni, si lasciano raccontare attraverso le loro peculiarità introspettive, più che dai loro fattori estetici. E questo modo di descrivere è geniale, perché esistono milioni di Tōru Watanabe al mondo; ma di Tōru Watanabe che amano contemporaneamente due donne forti come Naoko e Midori, emblemi dell’esistenza, ce n’è solo uno.

Un romanzo dalle mille sfaccettature, tutte straordinarie e indimenticabili.

Un viaggio nella psiche umana, in cui perdersi, emozionarsi ed infine ritrovarsi.

Un inno alla vita, un omaggio alla struggente bellezza dei nostri errori, dai quali si può sempre imparare qualcosa.

Tre parole per descriverlo: Malinconico – Introspettivo – Emozionante

Author: La redazione