Recensione del romanzo “CIME TEMPESTOSE” di Emily Brontë edito da Crescere edizioni

Cime Tempestose
Autrice: Emily Brontë
Genere: Romanzo rosa gotico
Casa editrice: Crescere
data di pubblicazione: 2 Febbraio 2012
pagine: 352
prezzo: 4,65

Sinossi

Questo classico della letteratura inglese, pubblicato per la prima volta nel 1847, racconta la storia di un amore distruttivo, quello di Heathcliff per la sorellastra Catherine, che si svolge su un’alta e ventosa collina dello Yorkshire, in una tenuta chiamata appunto “Cime tempestose”. A narrare la vicenda è il signor Lockwood, che quarantanni più tardi si ritrova a passare la notte nella tenuta e che, incuriosito dalla presenza di strani personaggi, chiede spiegazioni all’anziana governante Nelly Dean. Il racconto della donna comincia dal giorno in cui il signor Earnshaw, proprietario di “Cime tempestose”, porta a casa da una sua visita a Liverpool un orfano dalla pelle scura: Heathcliff. Il ragazzo si lega profondamente a Catherine, figlia del signor Earnshaw, ma le differenze sociali finiscono con il separarli, anche se la loro amicizia si è ormai trasformata in amore. Catherine sposa il ricco e gentile Edgar Linton, pur amando disperatamente Heathcliff, e quando questi viene a conoscenza del matrimonio, furibondo, giura vendetta. La sua passione è così violenta da indurlo alla distruzione degli Earnshaw e dei Linton.

Il titolo originale del romanzo è “Wuthering Heights” (cime tempestose, appunto). Che è il nome di una delle residenze situata sulle colline dello Yorkshire, attorno a cui ruota l’intera vicenda.

Il romanzo, ambientato alla fine del Settecento, narra le appassionanti e distruttive vicende che vedono protagonista, l’amore platonico, che la bella Catherine Earnshaw nutre per il suo fratellastro Heathcliff.

La narrazione è in medias res, e vede coinvolte due diverse generazioni, che imprimono al romanzo una struttura simmetrica, occupando ciascuna, l’esatta metà dei capitoli.

A narrare la vicenda, è il nuovo affittuario della seconda tenuta “protagonista” della storia, Truschcross Grange, che incuriosito dalla presenza di inospitali personaggi, decide di chiedere spiegazioni alla governante Nelly Dean, figura fulcro del romanzo.

Inizia così, la splendida e crudele storia d’amore, degli “immortali” Catherine e Heathcliff.

Miglior personaggio:

Risulta difficile preferirne uno, data la forte personalità con cui tutti i protagonisti vengono descritti. Nonostante questo, se dovessi scegliere, direi: Nelly Dean, la governante. Una donna sicuramente d’altri tempi, le cui bontà ed empatia, saranno fondamentali nel susseguirsi degli accadimenti. Più di una volta, all’interno della travagliata vicenda, il suo buonsenso sarà essenziale per un ritorno alla normalità.

Nelly sarà i vostri occhi e le vostre orecchie, per tutti e trentaquattro i capitoli che compongono l’opera.

Affidatevi a lei, e non ve ne pentirete!

Conclusioni personali:

Cime tempestose è senza dubbio uno di quei romanzi, della letteratura classica, che vanno letti almeno una volta nella vita.

Discostandosi largamente dalle classiche storie d’amore, alle quali siamo abituati, riesce comunque ad essere attuale, anche in un’epoca diversa da quella in cui è ambientato.

Il sentimento che lega i protagonisti, è quel tipo di amore dal quale siamo tutti attratti e che tutti vorremmo provare almeno una volta nella vita; quello che ti consuma e ti scalda il cuore, al contempo.

Quello che pur conducendoci ad una distruzione lenta e inesorabile, fa sentire vivi più che mai.

Per quanto riguarda il tipo di romanzo, è difficile collocarlo in un unico genere: la Brontë, è infatti riuscita a scrivere il perfetto connubio tra amore e tragedia, unendo il tutto con elementi sovrannaturali e tratti pedagogici, che solidificano il rapporto, rendendolo umano più di ogni altra cosa.

La passione viscerale che “scorre” nelle vene di questa pagine, è però, la vera fautrice del destino dei nostri amanti.

Heathcliff e Catherine, con la furia del loro amore, tesseranno le sorti dei personaggi che li seguiranno, costringendoli ad espiare colpe non loro.

Un romanzo che sa insinuarsi dentro, con una velocità sorprendente e senza eguali.

La scrittura è scorrevole, anche se il linguaggio potrebbe risultare a tratti inusuale (basti pensare che lo scritto risale al 1845). I punti forti, a mio avviso, sono senza dubbio le descrizioni: in primis dei personaggi. I tratti caratteriali di ognuno di loro son resi in modo talmente sublime, che sarà difficile nel corso della narrazione, operare schieramenti o riporre la ragione da una sola parte: inizierete un capitolo con un’idea, e puntualmente, alla fine dello stesso, le vostre certezze crolleranno.

In secundis, le ambientazioni. Pur non essendoci un’ampia vastità di luoghi, gli unici due citati, sono inseriti nelle vite dei personaggi in modo così viscerale, da diventare parte integranti delle stesse.

Particolare rilievo è assunto poi, dal carattere pedagogico, che più e più volte viene richiamato nel corso della narrazione: l’educazione dei nostri protagonisti, risulterà infatti formante, e sarà, molte volte, la causa scatenante di importanti avvenimenti.

Ad ornare il tutto, l’autrice inserisce anche degli elementi sovrannaturali, che porranno in rilievo una condizione molto importante: la fragilità dell’animo umano.

Uno straordinario viaggio alla scoperta dell’autenticità dell’amore, quello vero, che trascende i confini del tempo.
Tre parole per descriverlo: Struggente – Coinvolgente – Immortale

Author: La redazione