Recensione “L’ isola dei battiti del cuore” di Laura Imai Messina

«Per essere felici, serve innanzitutto immaginare di essere felici.» Nel sud-ovest del Giappone, in una pozza di mare condivisa da due province, Kagawa e Okayama, nuota un’isoletta unica al mondo: Teshima. Sulla punta orientale dell’isola, sorge un minuscolo edificio in cui sono catalogate le pulsazioni del cuore di decine di migliaia di persone, alcune vive altre già ombre, provenienti dai luoghi più disparati del pianeta. Si chiama Shinzō-on no Ākaibu, l’Archivio dei Battiti del Cuore. Alle porte di Tōkyō, in una cittadina lambita dall’oceano e circondata dalle montagne, sorge la casa dove Shūichi ha trascorso l’infanzia e dove ha appena fatto ritorno. Shūichi è un noto illustratore, ha quarant’anni e una cicatrice in mezzo al petto. È ossessionato dal proprio cuore che si ausculta ogni sera e dalle memorie confuse che ha del passato. Sua madre, per proteggerlo dai dispiaceri, ne ha manipolato i ricordi d’infanzia: di tutti i suoi piccoli drammi gli ha sempre raccontato una versione migliore. Ma se non si ha la certezza di aver sofferto in passato e di avercela fatta, da dove si ricava il coraggio di tentare ancora? È allora che Shūichi si accorge di un misterioso bambino che si aggira intorno alla casa. Questa strana presenza fa nascere in Shūichi molte domande: chi e quel bambino che lo osserva e perché ha scelto la sua casa? E soprattutto: come si pesca un pesce-bambino? Shūichi scopre che il pesce-bambino si chiama Kenta, ha otto anni e vive prodigiose avventure nella solitudine più assoluta. Ma il pesce-bambino che è Kenta e il disegnatore surfista che è Shūichi, stringono giorno dopo giorno una straordinaria amicizia e quell’incontro cambierà per sempre la loro vita. Li porterà in un luogo che batte al ritmo del cuore, pronunciato in tutte le lingue del mondo. È Teshima, un’isoletta remota nel sud-ovest del Giappone, dove sorge l’Archivio dei Battiti del Cuore. Dopo “Quel che affidiamo al vento”, Laura Imai Messina torna a un luogo incredibile eppure reale del Giappone. E, nel viaggio in cui ci conduce, ci permette di avvicinarci a un modo diverso di concepire la vita e i suoi smarrimenti. Ma soprattutto ci dona una delle chiavi essenziali per interpretare il presente: quella per ritrovare la felicita perduta.


” Per quanto dolore si possa avere accumulato, capita che la vita ricominci da capo”

Laura Imai Messina, con il suo ultimo capolavoro “L’Isola dei Battiti del Cuore” pubblicato da Piemme, dimostra ancora una volta la sua maestria nel catturare il cuore dei lettori. La sua scrittura possiede un potere unico nel trascinare i lettori in un vortice di emozioni indelebili.

Come nelle pagine di un libro magico, l’autrice ci trasporta in un viaggio avvincente partendo da un fatto reale, un luogo potente e intenso nel cuore del Giappone, tra le province di Kagawa e Okayama, giace un gioiello unico al mondo: l’isola di Teshima. Su questa terra baciata dal mare, emerge un minuscolo edificio noto come Shinzō-on no Ākaibu, l’Archivio dei Battiti del Cuore, dove sono custodite le pulsazioni di decine di migliaia di persone da ogni angolo del pianeta, alcune viventi, altre divenute ombre del passato.

La trama segue la storia commovente di Shūichi, un giovane illustratore di libri per bambini, costretto ad affrontare il lutto della madre nella casa in cui è cresciuto. La sua decisione di rendere la casa vendibile o affittabile diventa il punto di partenza per una ristrutturazione che riporta alla luce i ricordi della sua amata madre, la straordinaria signora Ono.

“In quei momenti di nostalgia Shuichi afferrava il suo album, si sedeva nella veranda e la disegnava nella maniera esatta in cui la vedeva. Sorridente, sempre inspiegabilmente tranquilla,
Lì dove altri avrebbero scattato una fotografia, lui si affidava da sempre alla matita e soprattutto alla propria capacità di vedere quanto c’era stato un tempo e ora non c’era.

Durante questo processo, incontra il giovane Kenta, un bambino che conquisterà il cuore dei lettori. Il legame speciale tra Kenta e la madre di Shūichi diventa il fulcro della narrazione, con l’innocenza e la saggezza straordinarie di un bambino di otto anni che toccano le corde più profonde del cuore dell’illustratore.

“Più Suichi ascoltava parlare Kenta, più si accorgeva che una parte di sua madre si era depositata in lui. Sapeva il rischio che correva ma la gioia di sentirla tanto viva nelle parole del bambino gli causava un benessere tale che Shuichi si scoprì incapace di autodifesa.”

“L’Isola dei Battiti del Cuore” si distingue come un romanzo profondo, capace con sorprendente semplicità di trasmettere messaggi di inestimabile valore. La storia di amicizia che si sviluppa tra Shūichi e Kenta va al di là delle differenze di età, offrendo una prospettiva unica sull’amore e sulla connessione umana.

“… doki doki quando siamo emozionati! E poi toku toku quando il battito è calmo e doku doku quando il suono si fa forte e il cuore teso.
Il suono neutro del battito cardiaco però è dokun dokun…(…)
Lo abbiamo tutti nel petto , nessuno escluso. Eppure ognuno lo sente in modo diverso.”

Con una narrazione intensa, Laura Imai Messina crea un’esperienza commovente, suscitando quella pena che ha reso il suo lavoro amato da un vasto pubblico. “L’Isola dei Battiti del Cuore” offre un affascinante viaggio nell’anima del Giappone, intrecciando maestria narrativa e autenticità emozionale.

Una lettura consigliata per chi è in cerca di emozioni autentiche. L’ autrice con questa storia ci regala un’esperienza di lettura coinvolgente e toccante, confermando ancora una volta il suo talento nel plasmare storie che rimangono nel cuore del lettore.

“Ci voleva una tale energia per essere felici quando non lo si era ancora.
Eppure aveva ragione sua madre, per essere felici bisognava innanzitutto immaginarsi FELICI”

Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la curatrice del blog letterario "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.