Recensione del romanzo “Memorie di un boia che amava i fiori” di Nicola Lucchi, illustrazioni di Stefano Bessoni edito da Bakemono Lab; Illustrated edizione

“Memorie di un boia che amava i fiori”
Autore: Nicola Lucchi
Illustrazioni di : Stefano Bessoni

Genere: romanzo storico
Casa editrice: Bakemono Lab; Illustrated edizione
data di pubblicazione: 20 Ottobre 2020
pagine: 64
prezzo: 15,20

“Mi chiamo Charles-Henri Sanson, sono nato a Parigi il 15 febbraio del 1739 e sono un boia. Un boia emofobico. Avete mai sentito parlare di enologi astemi, alpinisti acrofobici o politici balbuzienti? Immagino di no, ma proprio per questo vi risulterà agevole immaginare la mia tormentata infanzia. Infatti, quando il nonno di mio padre, il compianto Charles Sanson de Longval, fu investito del titolo subdolamente rassicurante di ‘Esecutore delle alte opere di Parigi’, il mio destino ne risultò inesorabilmente segnato”. Memorie di un boia che amava i fiori è un volume illustrato della collana Wunderkammer. Testo di Nicola Lucchi, illustrazioni di Stefano Bessoni, saggio sulla decapitazione a cura di Ivan Cenzi.

Lo sceneggiatore e autore Nicola Lucchi, l’artefice di questo brevissimo romanzo è un personaggio poliedrico: ha scritto un romanzo, racconti e filastrocche macabre, ma anche dei racconti per bambini.

In questo caso non ci troviamo di fronte a un romanzo corposo, con una trama complessa e che possa aver rubato notti insonni all’autore. È in realtà un racconto breve, piacevole, ironico ma talvolta truce, spesso interessante e corredato da molte illustrazioni di Stefano Bessoni. Lucchi prova a raccontare la vita (romanzata) del boia piu’ famoso di Francia, Charles- Henri Sanson nato nel 1739 a Parigi ed secutore materiale di 2.918 decapitazioni. L’autore lo immagina come un bambino emofobico che potrebbe vivere una vita alquanto tranquilla se non fosse il figlio di un boia. 

“Mi chiamo Charles-Henri Sanson, sono nato a Parigi il 15 febbraio del 1739 e sono un boia. Un boia emofobico. Avete mai sentito parlare di enologi astemi, alpinisti acrofobici o politici balbuzienti? Immagino di no, ma proprio per questo vi risulterà agevole immaginare la mia tormentata infanzia. Infatti, quando il nonno di mio padre, il compianto Charles Sanson de Longval, fu investito del titolo subdolamente rassicurante di ‘Esecutore delle alte opere di Parigi’, il mio destino ne risultò inesorabilmente segnato“.

Destinato a seguire le orme del padre, come le consuetudini dell’epoca, esigevano, il piccolo Charles, in realtà, inizia ad appassionarsi di giardinaggio, soprattutto alle rose, grazie agli insegnamenti del vecchio vicino, esperto di giardinaggio. Purtroppo il suo desiderio di vivere in mezzo alla natura è strappato a soli sedici anni, quando è costretto a diventare un tagliagole professionista.  Non vi posso raccontare come  Charles -Henri Sanson  riuscirà ad affrontare questo problema,  tuttavia, per chi non conoscesse la storia realmente accaduta, vi posso anticipare che vivendo l’epoca di Maria Antonietta e di Robespierre, riuscirà in parte a mitigare il suo triste destino, grazie alla persuasione di  poter compiere qualcosa di positivo.

«Da bambino pauroso ero diventato il boia più famoso del mondo, il carnefice più amato di Francia. Ma così come il mio limite si era trasformato in virtù, la tirannia si era mutata in libertà. Là dove la paura era stata ostacolo, la fantasia era divenuta creazione. Da quei petali rossi la democrazia era giunta alla luce, pronta a farsi strada in un lungo sentiero di corolle purpuree»

Come anticipato il racconto è scorrevole e breve, si può leggere tranquillamente in un pomeriggio. Ho apprezzato lo stile narrativo, semplice ma preciso e soprattutto la collaborazione con Ivan Cenzi che ha curato la parte inerente la storia della decapitazione, Il boia che amava i fiori non è un fumetto, non è un romanzo, non è un saggio, ma un giusto compromesso, tra curiosità storica, esigenza letteraria e arte grafica.

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Appassionato di lettura sin da bambino, lavora nel settore divulgativo astronomico, naturalistico e fotografico, attraverso il suo magazine on-line https://www.binomania.it e collaborando con varie riviste di settore.