Recensione del romanzo “La figlia unica” di Guadalupe Nettel

“La figlia unica”
Guadalupe Nettel
titolo originale: La hija ùnica
Casa Editrice: La Nuova Frontiera
traduzione di: Federica Niola
data di pubblicazione: 4 Settembre 2020
pagine: 213
prezzo: 16,05

Laura e Alina si sono conosciute a Parigi quando avevano vent’anni. Ora sono tornate in Messico. Laura ha affittato un piccolo appartamento e sta finendo la tesi di dottorato mentre Alina ha incontrato Aurelio ed è rimasta incinta. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando un’ecografia rivela che la bambina ha una malformazione e probabilmente non sopravvivrà al parto.Inizia così per Alina e Aurelio un doloroso e inatteso processo di accettazione. Non sanno ancora che quella bambina riserva loro delle sorprese. È Laura a narrarci i dilemmi della coppia, mentre anche lei riflette sulle incomprensibili logiche dell’amore e sulle strategie che inventiamo per superare le delusioni. E infine c’è Doris, vicina di casa di Laura, madre sola di un figlio adorabile ma impossibile da gestire.Scritto con una semplicità solo apparente, La figlia unica è la storia di tre donne e dei legami d’amore e d’amicizia che intessono mentre si confrontano con le differenti forme che la famiglia può assumere al giorno d’oggi.

Guadalupe Nettel è la nuova promessa letteraria della narrativa latinoamericana , già conosciuta per la sua raccolta di racconti credo che con il romanzo “La figlia unica” abbia confermato la sua bravura.
La sua ultima opera  è stato pubblicata nel settembre del 2020 dalla casa editrice La nuova Frontiera.
La Nuova Frontiera è una casa editrice indipendente nata a Roma nel 2002. Il catalogo è articolato in tre differenti collane: Liberamente, che esplora le nuove voci della narrativa contemporanea, Il Basilisco, che riunisce i nostri classici contemporanei, Cronache di Frontiera, per il giornalismo, i reportage e la saggistica d’attualità. A queste collane si affianca il progetto BEAT, una vera e propria sigla editoriale nata dall’unione di diverse case editrici con lo scopo di proporre ai lettori volumi economici nel prezzo ma non nella cura editoriale e nei contenuti.
Grazie a loro abbiamo modo di conoscere ed esplorare la letteratura dell’America Latina e quelle dell’Africa lusofona.
Per questo motivo vi consiglio di visitare il loro sito.
Guadalupe Nettel nel suo romanzo ha come  protagoniste tre donne e tramite loro spiega i tanti modi diversi in cui si può essere madri,  ci parla di sorellanza e di come sia importante sostenersi vicendevolmente.

“La maternità cambia per sempre l’esistenza”

Laura e Alina si conoscono fin dai tempi dell’università, da allora sono diventate amiche e confidenti, condividono gli stessi ideali, ma crescendo le idee cambiano ed è quello che succede ad Alina.
Entrambe non sentivano l’esigenza di diventare madri, perché per loro un figlio rappresentava  un ostacolo, tuttavia Alina, dopo aver incontrato Aurelio, cambia idea e cresce in lei la voglia , il desiderio di diventare madre. Per Laura la decisione dell’amica è un duro colpo, ma lei non cambia idea, anzi decide di sottoporsi a un’operazione per opporsi a una eventuale gravidanza.
La voglia di maternità dell’ amica mette a dura prova  il loro rapporto ma nonostante tutto Laura decide di appoggiarla e  sostenerla.
Alina prima di realizzare il suo sogno deve percorrere una strada tortuosa e in salita e, quando tutto sembra ormai perduto, ecco che accade il miracolo, finalmente quello che sembrava impossibile si trasforma in realtà.

“Una gravidanza cambia moltissime cose. Ancora prima di partorire.”

Mentre Alina è in modalità “mamma chioccia”  Laura prosegue con la sua vita, si trasferisce in nuovo appartamento e lì  conosce Doris e Nicolas che  vivono accanto a lei. Giorno dopo giorno Laura avverte che i due hanno qualche problema e lei senza accorgersene entra in punta di piedi nelle loro vita prendendosi cura di entrambi diventando per Nicolas come una seconda mamma, proprio lei che è stata sempre restia a ricoprire quel ruolo ora si sta  dimostrando all’altezza.

La gravidanza di Alina si complica, la nascita della piccola Inès mette a dura prova la donna, quello che doveva essere il giorno più bello della sua vita si rivela l’inizio  di un duro percorso, una lotta estenuante  tra la sopravvivenza e la morte.

“Nessuna madre sa per quanto tempo vivranno i suoi figli. Esiste persino un modo di dire secondo cui sono soltanto in prestito, per un periodo di tempo che può durare da poche ore a diversi decenni.” (..)
“… abbiamo i figli che abbiamo, non quelli che immaginavamo o quelli che ci sarebbe piaciuto avere, ed è con loro che dobbiamo fare i conti.”

La nascita di Inès mette a dura prova Alina, la sua vita e quella del marito dopo l’arrivo della piccola ha stravolto la loro esistenza, niente era più come prima. Alina è cosciente che ha il potere di far vivere o morire sua figlia e questa posizione  la turba ancora di più…Quale madre decide di porre fine alla creatura alla quale ha dato la vita? E’ giusto che sia lei a decidere della vita della piccola o deve affidarsi al destino?

“Aveva scelto di essere la madre di Inès con tutte le sue caratteristiche e la sua condizione. Scegliere le aveva dato forza.”

“La figlia unica” è un romanzo molto potente, io in alcuni momenti ho dovuto fermarmi, fare dei lunghi respiri e metabolizzare le storie dei personaggi.
I temi trattati in questo libro sono molto delicati, “La figlia unica” parla di donne, delle loro scelte, della loro forza e di come siano pronte a donare amore.
Una narrazione che emana sofferenza, lacera l’anima ti fa sentire le emozioni, come se le stessi vivendo personalmente.
Abbiamo Laura che decide senza indugio a  non diventare madre, Alina che invece lo desidera fortemente, realizza il suo sogno ma l’arrivo della sua bimba la mette a dura prova tuttavia,  nonostante la situazione, trae da lei un insegnamento molto importante “quello di restare  attaccati alla vita” nonostante la sofferenza e le difficoltà , che l’amore per un figlio vince su tutto  nel bene e nel male e altra cosa molto importante che non si può scegliere chi amare e poi c’è Doris mamma di Nicolas di dieci anni che non riesce a prendersi cura del figlio non perché non gli voglia bene ma perché la vita è stata talmente dura per lei che ora non riesce a prendersi cura neanche di sé stessa, tre esempi diversi di maternità, perché esistono tanti modi differenti di amare…
Un libro che consiglio a chi si pone domande sulla maternità, alle donne che hanno avuto gravidanze difficili o sono mamme di bambini speciali ,alle  donne che non sentono il bisogno di diventare madri << non c’è scritto da nessuna parte che una donna debba per forza procreare, non deve essere un’imposizione sociale>> e alle donne che non potranno mai diventarlo  e decidono di adottare: perché avere lo stesso sangue non implica essere delle buone madri.

“Come le onde nell’ oceano,
tutto ciò che nasce è condannato all’impermanenza e alla morte.
La vita di ogni essere è effimera come una bolla d’acqua”

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Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.