Il piccolo Principe
Autore: Antoine De Saint-Exupèry
Casa editrice: Bompiani
pagine: 125
prezzo: 5,60
Trama
“Sei anni fa ebbi un incidente col mio aeroplano nel deserto del Sahara. Qualche cosa si era rotta nel motore, e siccome non avevo con me né un meccanico, né dei passeggeri, mi accinsi da solo a cercare di riparare il guasto. Era una questione di vita o di morte, perché avevo acqua da bere soltanto per una settimana… Potete immaginare il mio stupore di essere svegliato all’alba da una strana vocetta: “Mi disegni, per favore, una pecora?”… E fu così che feci la conoscenza del piccolo principe.” A settant’anni dalla pubblicazione negli Stati Uniti del libro, “Il Piccolo Principe” è divenuto un long seller internazionale, un testo che ha fatto innamorare milioni di lettori nel mondo.
RECENSIONE
Il piccolo principe lo guardò a lungo.
“Sei un buffo animale”, gli disse alla fine, “sottile come un dito!…”
“Ma sono più potente di un dito di un re”, disse il serpente.
Il piccolo principe sorrise:
“Non mi sembri molto potente…non hai neppure le zampe…e non puoi neppure camminare…”
“Posso trasportatati più lontano che un bastimento”, disse il serpente.
Si arrotolò attorno alla caviglia del piccolo principe come un braccialetto d’oro:
“Colui che tocco, lo restituisco alla terra da dove è venuto. Ma tu sei puro e vieni da una stella…” Il piccolo principe non rispose.
“Mi fai pena, tu così debole, su questa terra di granito. Potrò aiutarti un giorno se rimpiangerai troppo il tuo pianeta. Posso…”
“Oh! Ho capito benissimo” disse il piccolo principe, “ma perché parli sempre per enigmi?”
“Li risolvo tutti disse il serpente”.
E rimasero in silenzio.
La voce narrante è un pilota di aerei, che sei anni prima ebbe un incidente nel Sahara con il suo aereo. Fu una questione di sopravvivenza, poiché aveva acqua da bere, solamente per una settimina. Mentre era alle prese con il suo velivolo, ebbe un incontro inaspettato con un bambino, il Piccolo Principe, che gli domando: “Mi disegni una pecora?”. Il pilota fece numerosi tentavi che fallirono, e come ultima prova disegnò una scatola, nella quale si trovava la pecora richiesta. Il bambino acconsentì.
Poco per volta i due fecero amicizia, il Piccolo principe raccontò che proveniva dall’ asteroide B 612, dove viveva solamente lui, erano presenti tre vulcani, di cui uno inattivo e una piccola rosa, un po’ vanitosa, cui si renderà presto conto di voler molto bene.
Egli narra anche i personaggi che, nel suo viaggio per lo spazio, gli hanno fornito numerosi insegnamenti: quello del re che per esistere doveva comandare, tuttavia il pianeta era disabitato; quello del vanitoso che si accorgeva degli altri solamente se erano suoi ammiratori; quello dell’uomo d’affari che passava il suo tempo a contare e ricontare le stelle, perché credeva in questo modo le sarebbero appartenute. Oppure un ubriacone che affogava nel vino la vergogna di bere; o ancora un lampionaio con la mansione di accendere e spegnere il lampione ogni minuto. Infine un geografo che rimane nell’ignoranza, perché non disponeva di esploratori da mandare a perlustrare i luoghi.
Quest’ultimo suggerisce al protagonista di visitare la Terra. Il primo incontro avviene nel deserto con un serpente, che gli insegna a considerare come quello che viene visto come il male, a volte possa servire a fin di bene. Proseguendo il suo viaggio conosce una volpe, che gli chiede di essere addomesticata e con la quale stabilisce un legame di amicizia. Il protagonista fa altri incontri, ma alla fine del racconto, il nostro autore non ha riparato il guasto e si ritrova senza acqua. I due si incamminarono in cerca di un pozzo e solamente al mattino troveranno quello che cercano. Il giorno seguente, l’anniversario dal suo arrivo sulla Terra, il Piccolo Principe, con il morso del serpente, ritornerà dalla sua rosa mentre il pilota verrà a capo del guasto. L’indomani il pilota cerca il corpo del suo amico, ma non lo troverà, rimane quindi con la speranza che si sia compiuto il suo volere.
Ho letto il libro per motivi scolastici, è stata una lettura piacevole che per qualche ora mi ha trasportato nei ricordi e nelle passioni perdute della mia infanzia e la bambina che ero. “Tutti i grandi sono stati bambini una volta… ma pochi di essi se ne ricordano.”
Il Piccolo Principe rappresenta il bambino che tutti eravamo e la riscoperta della nostra identità. Lo stesso pilota racconta il fallimento del suo sogno d’infanzia, ossia diventare un disegnatore, giacché gli adulti non lo comprendevano, causando in lui sofferenza; ciononostante non dimentica le sue passioni e si riscatta anni dopo.
La lettura non è solo un dialogo tra adulto e bambino, ma qualcosa di più, entrambi compiono una crescita interiore e ne escono arricchiti… la volpe, emblema dell’amicizia, ci spiega l’importanza del prendersi cura dei propri cari, conoscendone le delicatezze e le qualità, dunque dedicandogli la cosa più preziosa che possediamo, il nostro tempo. Anche i numerosi incontri che il Piccolo Principe ha, sono insegnamenti, noi esistiamo e impariamo perché ci relazioniamo con gli altri.
Il racconto molto poetico affronta anche il tema sul senso della vita e della morte, infatti, questa fa parte della vita stessa. Il Piccolo principe decide di abbandonare il suo corpo sulla Terra per ritornare dalla rosa, ciò che più desidera. Rimanendo nella speranza che contraddistingue la fanciullezza e scegliendo di non conoscere l’età adulta.
“Decisamente i grandi sono ben bizzarri.”