Recensione “Canne al vento” di Grazia Deledda

Grazia Deledda è stata una delle maggiori scrittrici italiane, in grado di raccontare l’ambiente rurale della sua terra d’origine – la Sardegna più aspra e in particolare la città di Nuoro – e i drammi naturali della vita di ogni uomo. Nel descrivere la vicenda del servo Efix e delle tre sorelle Pintor, dame di nobili origini ormai decadute, le cui vite vengono sconvolte dal ritorno in seno alla famiglia del nipote Giacinto, Grazia Deledda ci consegna una piccola grande epica della fragilità umana e del dolore dell’esistenza, facendo della Sardegna una potentissima miniatura dell’Italia intera.

“Eccolo tutto ai suoi piedi, silenzioso e qua e là scintillante d’acqua nel crepuscolo, il poderetto che Efix considera più suo che delle sue padrone: trent’anni di possesso e di lavoro lo han fatto ben suo, e le siepi di fichi d’india che lo chiudono dall’alto in basso come due muri grigi serpeggianti di scaglione in scaglione dalla collina al fiume, gli sembrano i confini del mondo. (…)
Il chiarore della luna illuminava attraverso le fessure la stanza stretta e bassa agli angoli, ma abbastanza larga per lui che era piccolo e scarno come un adolescente.”

“Canne al Vento” di Grazia Deledda ci trasporta in un affascinante viaggio nel cuore del Nuorese all’inizio del XX secolo, un luogo che rappresenta le radici della scrittrice stessa. Il romanzo ruota attorno alle vite delle tre sorelle Pintor, una famiglia nobile caduta in disgrazia a causa di sventure varie.

“Il passato regnava ancora sul luogo; le ossa stesse dei morti sembravano i suoi fiori, le nuvole il suo diadema.”

Nel corso del romanzo, molti eventi sconvolgono la tranquillità apparente di questa piccola comunità nel cuore della Sardegna. Questo libro ci svela come sentimenti inaspettati, che sfidano ogni regola sociale e morale, possano plasmare il destino delle persone, influenzando il loro presente e il loro futuro.
È una narrazione che riesce a essere allo stesso tempo semplice e complessa, coinvolgente grazie alla rievocazione delle antiche usanze e delle descrizioni dettagliate dell’ambiente circostante.

“…sentiva d’esser di nuovo davanti al destino tragico della famiglia alla quale era attaccato come il musco alla pietra, e non sapeva che dire, non sapeva che fare.”

“Canne al Vento” è un racconto che affascina per la sua capacità di portarci indietro nel tempo e farci immergere in una Sardegna che sembra ferma nella sua tradizione ma che in realtà sta attraversando profondi cambiamenti. La storia di Efix, che si sforza di guidare le sue padrone verso una migliore condizione di vita, nonostante le inevitabili difficoltà, ci ricorda che come le canne possono essere piegate o spezzate dal vento, anche gli esseri umani possono vacillare o cadere di fronte alle sfide della vita.

“<<Si>> egli disse allora <<siamo proprio come le canne al vento, donna Ester mia. Ecco perchè, Siamo canne, e la sorte è il vento.>>”

Efix emerge come uno dei personaggi più forti e complessi, un simbolo della sofferenza umana e della ricerca di redenzione. La sua lotta contro il senso di colpa e la sua dedizione alle sorelle Pintor aggiungono profondità e significato alla storia.
Il romanzo cattura magistralmente l’anima della Sardegna e dei suoi abitanti, offrendoci una visione della vita semplice ma profondamente commovente.

“Le canne frusciavano, piegandosi fino a lui per toccarlo, per lambirlo con le foglie che avevano qualche cosa di vivo, come dita, come lingue. E gli parlavano, e una gli pungeva l’orecchio perchè sentisse meglio: era un mormorio misterioso che ripeteva il sussurro dei fantasmi della valle, la voce del fiume, il salmodiare dei pellegrini, il palpito del Molino, il gemito della fisarmonica di Zuannantoni…”

“Canne al vento” un’opera classica della letteratura italiana, scritta nel lontano 1913,è uno dei suoi libri più celebri ed è stato tradotto in numerose lingue, confermando la sua importanza nella letteratura mondiale. Grazia Deledda, una delle figure letterarie più eminenti d’Italia e l’unica donna italiana ad aver vinto il Premio Nobel per la Letteratura, ci ha lasciato un racconto intriso di profonda sensibilità e narrazione coinvolgente.
Deledda ci regala una narrativa evocativa che ci fa riflettere sulla forza della fede, della redenzione e della speranza anche nei momenti più bui della vita.

“Canne al Vento” è un’opera intramontabile che continua a toccare il cuore dei lettori con la sua bellezza e profondità.

Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.