Le sette dinastie, il nuovo romanzo di Matteo Strukul, autore della saga bestseller I Medici e vincitore del Premio Bancarella, sarà disponibile in libreria e in tutti gli store online dal 7 ottobre. L’autore ci trasporta nell’Italia del XV secolo, un Paese dilaniato da guerre, intrighi e tradimenti, governato da signori talvolta lungimiranti, ma molto spesso assetati di potere e dall’indole sanguinaria. A Milano, Filippo Maria, l’ultimo dei Visconti, in assenza di figli maschi cerca di garantire la propria discendenza dando in sposa la giovanissima figlia a Francesco Sforza, promettente uomo d’arme. Intanto trama contro il nemico giurato, Venezia, tentando di corromperne il capitano generale, il conte di Carmagnola. Ma i Condulmer non temono gli attacchi: smascherano il complotto e riescono a imporre sul soglio di Pietro proprio un veneziano, che diverrà papa con il nome di Eugenio IV. Tuttavia il duca milanese troverà alleati anche a Roma: sono i rappresentanti della famiglia Colonna, ostili al papa che viene da Venezia e decisi a cacciarlo dalla città. Solo l’aiuto dei Medici riesce a scongiurare la morte del pontefice, costretto però a un esilio forzato a Firenze. E mentre nel sud dell’Italia si fa sempre più cruenta la guerra tra angioini e aragonesi, il destino della penisola italica è sempre più avvolto nell’incertezza… Hanno scritto dei suoi romanzi: «Matteo Strukul è una delle voci più importanti della nuova narrativa italiana: dovete assolutamente leggerlo.»
Joe R. Lansdale «Una scrittura vera, viva e pulsante.» Nicolai Lilin «Una narrazione appassionante.» Marcello Simoni «Guerre, passioni, congiure, tradimenti e intrighi: la ricetta di Strukul tra storia e invenzione piace e diventa bestseller.»
Brunella Schisa «Un autore eclettico e accattivante. Un Dumas 2.0.» Sergio Pent Una verve narrativa straordinaria. Strukul è nato sapendo scrivere.»
Giuseppe Scaraffia «Matteo Strukul compie una magia: che il lettore lo voglia o no, verrà preso per mano e condotto nelle corti o in loggiati fioriti o in campi gelati o in prigioni dalle quali il rischio è non uscirne più.» Marilù Oliva |