Recensione “L’ abbandono”

“L’ abbandono”
Autrice: Valentina Durante
Casa editrice: La nave di Teseo
data di pubblicazione: 3 aprile 2024
pagine: 296


Esiste un modo, un farmaco, una terapia per liberarsi da un legame che, pur sciolto, continua a imprigionarci mentalmente? Se lo chiede Anna, trentotto anni, da poco separata dal marito e in panne con la sua attività di copywriter freelance. È tornata a vivere con il padre, un tempo insegnante di Lettere spietato e integerrimo e oggi pensionato ipocondriaco. Nella casa che l’ha vista bambina, presa dall’accudimento del genitore con le sue bizze e le sue manie e in affanno nel tentativo di rimettersi in pista con il lavoro, Anna finisce in un vortice di ricordi oppressivi sui quali si staglia la relazione tossica vissuta durante l’adolescenza con lui, Stefano: il fratello di intelligenza brillante ma dai comportamenti brutalmente narcisistici. Il peso di quel passato scomodo, tenuto a bada con fatica per ventitré lunghi anni, travolge tutto e tutti la sera in cui Anna decide di invitare Stefano a una cena di riconciliazione, dopo una lontananza che sembrava irrevocabile. Con una scrittura tesa e precisa, “L’abbandono” si immerge negli abissi più profondi e indicibili dell’animo umano scandagliando la complessità degli ambienti famigliari: ecosistemi spesso instabili dove si trovano a coesistere la spontaneità dell’amore, il richiamo del sangue e la vischiosità dell’obbligo.


” Mio fratello non conosce che due modi dell’ affetto: la gabbia, oppure l’ abbandono. Non ha che questo, non gli è stato insegnato che questo…”

“L’Abbandono” di Valentina Durante ci immerge nelle profonde e intricate dinamiche familiari di Anna, una donna costretta a ritornare nella casa paterna per prendersi cura del padre anziano. Tuttavia, dietro l’apparente tranquillità della vita quotidiana, si nascondono segreti e ferite mai rimarginate.

” Se oggi penso a ciò che io e mio fratello al tempo eravamo l’uno per l’ altra , mi viene in mente questa immagine: due scalatori sorpresi dalla bufera che, trovato riparo sotto un costone di roccia, si stringono come meglio possono per non morire assiderati.”

Il romanzo esplora il tormentato rapporto tra Anna e il fratello Stefano, una relazione caratterizzata da manipolazioni psicologiche e abusi emotivi. Entrambi i fratelli hanno imparato a padroneggiare la fragilità di Anna, sfruttando il suo senso di colpa e la sua debolezza emotiva. Mentre Anna cerca di ricostruire la sua vita dopo un matrimonio fallito, il ritorno a casa rivela un panorama di silenzi pesanti e tensioni irrisolte, i fantasmi del passato riaffiorano prepotentemente.

” E’ mio fratello, penso: è lui il burattinaio. E’ sempre stato così, e io sono la marionetta guidata
dall’ intreccio che le sue dita a capriccio dirigono.”

La prosa incisiva e coinvolgente dell’autrice ci guida attraverso le profondità oscure dell’animo umano, esplorando la complessità delle relazioni familiari e il peso dei legami del sangue.

” Sapendo tutto ciò, potendo capirne il dolore, ho sempre trovato scusanti per mio fratello. L’ ho assecondato in tutto, arrivando ad amarlo come solo puoi amare qualcosa che sai esserti nocivo, e che pure non puoi respingere se non a patto di stravolgere l’idea che hai di te stessa.”

La storia si distingue come un romanzo che va oltre la mera rappresentazione delle dinamiche familiari, trasformandosi in un viaggio toccante attraverso i recessi più oscuri dell’animo umano. È un’esplorazione delle ferite invisibili che ci portiamo dentro, un’analisi profonda delle emozioni e dei conflitti che plasmano le nostre vite.

L’ autrice riesce a catturare l’essenza delle relazioni familiari, esplorando gli ecosistemi emotivi che si formano all’interno di una famiglia. La narrazione si dipana attraverso flashback e ricordi oppressivi, mostrando la complessità dei legami familiari e il peso dei ricordi che ci accompagnano nel presente.

” E’ una mia caratteristica, penso, quella di non riuscire a liberarmi delle cose dannose: prima per un torbido desiderio, poi per compassione, infine per qualche stanchezza che, spesso, è il cemento dell’ abitudine e della dipendenza.”

Attraverso le vicende di Anna e la sua lotta per affrontare il passato, il romanzo ci invita a riflettere sull’importanza dell’amore, della resilienza e della capacità di guarigione. È un racconto che ci spinge a esplorare le profondità dell’anima umana, a confrontarci con le nostre fragilità e i nostri demoni interiori, e infine a trovare la forza di liberarci dalle catene del passato.

“L’Abbandono” è molto più di un romanzo sulla famiglia e sulle sue dinamiche complesse; è un viaggio toccante e angosciante attraverso i labirinti dell’anima umana, un’esplorazione delle ferite invisibili che ci accompagnano lungo il cammino della vita. Con questo romanzo, Valentina ci offre una meditazione profonda sull’amore, il dolore e la ricerca della libertà interiore.

” Nè io nè mio fratello siamo mai riusciti ad amare veramente qualcuno, ma neppure ci amiamo l’ un l’altra, non come si dovrebbero amare un uomo e una donna. Ci siamo riconvertiti all’ affetto? Alla solidarietà e al mutuo soccorso? No: siamo solo intrappolati nella dipendenza…”


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Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la curatrice del blog letterario "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.