“Ritratti di donna” 28 autrici raccontano 28 donne straordinarie

La vita di ogni donna è costellata di momenti straordinari, difficili, inspiegabili e indimenticabili. Non esiste figura femminile, in nessuna epoca storica, che non abbia imparato a lottare e difendersi fin dall’infanzia e tutte queste battaglie spesso sono state fatte solo per far valere le proprie passioni, i propri affetti o semplicemente per difendere il proprio onore e la propria indipendenza. Battaglie che hanno sempre contribuito a lastricare il sentiero su cui, oggi, ognuna di noi cammina. Non possiamo costruire il futuro se non conosciamo il passato e se oggi il futuro di una giovane donna si presenta come un ventaglio di possibilità concrete di realizzare i propri sogni, lo dobbiamo ai sacrifici, alle ingiustizie denunciate e alle gesta di coraggio delle grandi donne del passato. In questa antologia ne incontriamo 28 e ognuna di loro ci racconta un momento decisivo o importante della sua vita. Donne diverse tra loro per idee, valori, possibilità, origini ed epoca, tutte capaci di essere fonte di ispirazione. Sotto la guida di Sara Rattaro, 28 autrici hanno raccontato una scena indimenticabile della vita della loro eroina.

Prefazione

Ho sempre amato le biografie, soprattutto femminili. Non perdo occasione di leggere le storie di donne significative, studiarle e parlare di loro. La maggior parte delle volte resto stupita dalla grandezza delle loro azioni, spesso poco raccontate. È per questo motivo che ho radunato le mie studentesse in questo progetto di scrittura. Volevo lasciarle libere di raccontare la donna del loro cuore affinché quell’avventura arrivasse fino a me e a voi lettori. Ognuna di loro ne ha scelta una, l’ha studiata e ha raccontato un momento importante della sua vita. Io le ho seguite, accompagnate e poi permesso loro di camminare con le proprie gambe, sapendo che sarebbe bastato allungare una mano per trovarmi. 

È stato un lavoro intenso e ricco di soddisfazioni. Abbiamo trascorso il tempo a raccontarci storie e a immaginarle in formato racconto. Ci siamo emozionate.

Il risultato ora è sotto ai vostri occhi. Questa raccolta contiene frammenti della vita di donne straordinarie. Attrici, cantanti, ideatrici, scrittrici e artiste. Coraggiose e intense. Capaci di lottare per i propri sogni e la propria libertà, come ognuna di noi. 

Faccio i complimenti alle scrittrici per il bel percorso fatto insieme e le ringrazio per quanto ho potuto imparare da loro. 

È stato un bellissimo viaggio e nessuna di noi lo ha fatto da sola.

Queste donne, le loro avventure e le loro emozioni sono pronte a coinvolgere ognuno di voi.  

Sara Rattaro

Agatha Christie

Donatella Colombo

Agatha Mary Clarissa Miller, in seguito Christie, nata nel 1890 e deceduta nel 1976, è ancora oggi la scrittrice di gialli più letta al mondo. Chi non conosce infatti i suoi due investigatori più famosi, Miss Marple, la vecchietta che mentre lavora a maglia studia la natura umana, e Poirot, il piccolo belga vanitoso e dai folti baffi? La Christie ha scritto il suo primo giallo poco più che ventenne che intitolò Poirot a Styles Court e, nonostante fosse il primo, è considerato uno tra i migliori della sua lunga produzione.

Oltre a essere una scrittrice straordinaria, è stata una donna piena di interessi. Ha girato il mondo con il primo marito, l’aviatore Archibald Christie, dal quale ha avuto la figlia Rosalind. Diversi anni dopo il divorzio voluto dal marito, si innamorò del Medio Oriente accompagnando il secondo marito, l’archeologo Max Mallowan, di ben tre di anni più giovane di lei (precorritrice dei tempi!), durante i suoi scavi. Una donna appassionata che ha vissuto con entusiasmo, curiosità e ottimismo. Una donna tanto timida e insicura quanto coraggiosa e intraprendente, che non si è mai tirata indietro di fronte alle nuove sfide come, a solo titolo esemplificativo, imparare a surfare nelle acque di Honolulu e guidare l’automobile.

Uno dei momenti più felici della sua vita, come scrive nella sua autobiografia La mia vita, fu proprio l’acquisto della Morris Cowley grigia, dal muso a bottiglia, che le cambiò radicalmente la vita permettendole di andare ovunque. La Christie ha scritto anche dei romanzi rosa con lo pseudonimo di Mary Westmacott e si è dedicata al teatro ottenendo grandi successi, due esempi su tutti Dieci piccoli indiani e Trappola per topi. Tra i suoi ammiratori, la regina Elisabetta II e la nonna di quest’ultima, la regina Mary. I suoi capolavori hanno ottenuto un grande successo in tutto il mondo.

Ho scelto Agatha Christie perché è una giallista straordinaria e, a mio avviso, senza eguali. Una scrittrice che conosceva profondamente la natura ma soprattutto la cattiveria umana che può spingersi fino al compimento dell’omicidio più efferato. Ecco entrare in scena i suoi investigatori, Miss Marple e Poirot, che si muovono in ambienti descritti minuziosamente per risolvere intrecci complicati dai retroscena sorprendenti e raffinati. Donna di grande esempio per tutte, che è riuscita a risorgere dai momenti bui ritrovando la felicità.

Topi e regine

Inverno 1947

Quella giornata era cominciata davvero bene: c’era il sole e quello non era un aspetto secondario nell’Oxfordshire in pieno inverno. Agatha e Max erano usciti per una passeggiata lungo la riva del Tamigi, e il fumo che usciva dalle loro bocche tradiva una temperatura decisamente bassa. Nei giorni precedenti aveva nevicato e l’aria sferzava le guance nonostante le sciarpe avvolgenti. Agatha si teneva a braccetto del marito mentre chiacchieravano, passando dai fatti di cronaca ai ricordi del caldo torrido di Bagdad. Dopo aver camminato a lungo erano tornati a casa dove, non appena varcata la soglia, erano stati avvolti dal profumo di mandorla e vaniglia di una Battenberg cake, a scacchi gialli e rosa, ricoperta di marzapane e appena sfornata.

«Non ci sono dubbi, la vecchia signora Lee è ancora una cuoca eccellente» sentenziò Max con l’acquolina in bocca.

Era stato proprio in quel momento che il telefono in biblioteca aveva squillato e fu Max a rispondere. La biblioteca era l’angolo della casa che preferiva: silenziosa, colma di libri e riviste di archeologia, e poi c’era quella vista sul giardino che, da sola, valeva il prezzo della loro dimora.

«Cara, è la BBC!»

«Forse vorranno propormi un’altra intervista» sbuffò. Non amava parlare in pubblico e anche un solo giornalista era troppo. «Pronto? Una proposta per me? Davvero? Ci dovrò pensare…dovrei esserne onorata? Sì, certo, ma… le farò sapere… sì, sì, certo, il prima possibile. Buona giornata anche a lei».

La cornetta ormai silenziosa esitò all’orecchio qualche istante prima di scivolare lenta sulla spalla, dove rimase fino a quando Agatha pronunciò d’un fiato: «La Regina Mary vuole ascoltare un mio giallo alla radio».

«Sul serio? Siediti vicino a me, cara, e raccontami tutti i particolari!» E allungando la mano l’aiutò ad accomodarsi sul divano.

«La BBC sta organizzando una trasmissione radiofonica speciale per il suo ottantesimo compleanno. Le hanno chiesto cosa desiderasse ascoltare tra un concerto sinfonico, un dramma shakespeariano o una lettura poetica… ma lei ha chiesto un mio dramma!»

«Complimenti, cara! Ho sempre detto che sei una scrittrice formidabile.» E, alzando la voce quel tanto che bastava, chiamò la signora Lee. «Ci porti il tè e quel suo dolce delizioso, abbiamo un evento da festeggiare!»

«Max, non ho ancora deciso» si lagnò Agatha dandogli una pacca sulla coscia, «Prima devo farmi venire un’idea, ma il tempo è poco e tu sai che non so far nulla in fretta. No, non posso farcela, e poi… » Stava per lamentare qualcos’altro quando la porta si aprì. La signora Lee arrivò al momento giusto, appoggiò il vassoio sul tavolino e versò il tè nelle due tazze di porcellana rosa a pois bianchi, poi prese la torta, e il taglio della prima fetta rivelò la perfezione della dolce scacchiera.

«Un vero capolavoro!» si complimentò Agatha, «Grazie signora Lee, lasci pure qui, ora ci penso io». Compiaciuta anch’ella della propria arte, la cuoca lasciò la stanza a testa alta e col petto in fuori.

«Cosa stavo dicendo?» si domandò Agatha passando al marito la tazza di tè in bilico sul piattino. «Ah sì, ci vuole tempo per inventare una trama avvincente e poi c’è l’intreccio… va sviluppato.»

«Dov’è il problema? Sei una maestra in questo.»

«Ormai scrivo un solo romanzo all’anno, lo sai… Ecco una bella fetta di torta, come piace a te» gli disse porgendo la fetta più grande.

«Questo è un breve dramma … oh sì, grazie… non ti impegnerà molto.»

«Sai che mi stanco facilmente e…»

«Tu ti stancheresti facilmente? Tu sei ancora quella donna che si è fatta quattordici ore a dorso di mulo per andare a visitare Andritsena, e ora vuoi farmi credere che ti spaventa inventare un piccolo omicidio?» La risata di Max inondò il salone.

«…Caro, hai ragione, l’idea mi stuzzica! Non posso nasconderti che sono eccitata!» esclamò Agatha spizzicando il marzapane prima di gustarsi il suo tè.

A Winterbrook House, nei giorni che seguirono la telefonata dell’emittente radiofonica, tutti si abituarono a vedere Agatha sovrappensiero. Camminava su e giù per la casa. Entrava e usciva dalle stanze mordicchiando la matita. Borbottava sottovoce. Rimaneva a fissare la macchina da scrivere. Un attimo dopo si affacciava alle grandi finestre e, scostati i tendaggi, rimaneva a guardare nel vuoto. Più di una volta strimpellò al pianoforte una di quelle filastrocche antiche dal gusto sadico: Tre topi ciechi. Guarda come corrono … corsero tutti dietro alla moglie del contadino, ha tagliato loro la coda con un coltello da intaglio. Hai mai visto uno spettacolo simile in vita tua come tre topi ciechi? Al culmine della crisi, vagava per le stanze in cerca del marito e, una volta trovato, con labbra tremolanti si disperava: «Non riesco a scrivere. È la fine». A quel punto Max, che conosceva ormai troppo bene il blocco dello scrittore, seduto in poltrona, abbassava il giornale quel tanto che bastava per guardarla negli occhi e, dato un colpo di tosse per schiarire la voce, ripeteva quelle parole ormai imparate a memoria: «Tesoro, l’idea vincente arriva sempre, lo sai, ma devi farle spazio nella tua mente. Smetti quindi di pensare e fai qualcosa di tangibile». Detto questo, la consorte lo liberava dalle sue ansie e lui tornava alle notizie del giorno.

Era trascorso un solo giorno quando Agatha irruppe nel salone sventolando i fogli che teneva in mano. «Max, avevi ragione! Sistemando nel cassetto le foto di Rosalind con il piccolo Mathew, ho trovato la bozza di un racconto che avevo scritto nel dopoguerra e mi è venuta una brillante idea!» aveva esclamato invitandolo a sedersi al tavolo con lei e, senza domandarsi se il marito avesse altro da fare, cominciò a esporre il suo progetto. All’epoca, aveva preso spunto da una vicenda realmente accaduta e che aveva scosso il Regno Unito, fatta di povertà e duro lavoro, di bambini e genitori affidatari, di malvagità e morte. Su quello sfondo, aveva aggiunto degli omicidi, il senso di colpa e la vendetta. Per adattarlo ai microfoni, l’avrebbe ovviamente ridimensionato. Venti minuti, la durata che avrebbe avuto lo sceneggiato radiofonico, erano pochi, ma con il giusto intervento, tagliando qua e là, era certa di potercela fare.

«Pensi che le piacerà?» domandò dubbiosa.

«Perché non dovrebbe?»

Più o meno convinta della bontà della sua immaginazione, si sentì pronta per dare la risposta alla Radio. Si diresse in biblioteca trascinando con sé il marito e, afferrato il telefono, la sua voce risuonò in tutta la casa.

«BBC? Sono Agatha Christie, accetto la proposta!»

Max era sollevato, a casa Christie-Mallowan, sarebbe tornata la quiete. Da quel momento a ogni ora del giorno, si sentiva il rumore dei tasti della macchina da scrivere: toglieva e aggiustava. Alleggeriva il racconto come il giardiniere di casa sfoltiva le siepi. Batteva sui tasti la vita di quei tre poveri fratellini, ridotti a lavorare come uomini ma a mangiare come topolini, malnutriti e maltrattati in quella fattoria isolata dei coniugi Stanning. C’erano tutti i presupposti per una tragedia che, difatti, non tardò ad arrivare. La morte di un bambino può scatenare una serie di omicidi? Quale legame unisce la donna strangolata a Paddington, al 24 di Culver Street, e la signora Boyle uccisa a distanza di pochi giorni a Monkswell Manor? Qualcuno si sta vendicando o si sta facendo giustizia? Nell’albergo isolato a causa delle forti nevicate, qualcuno sta suonando al vecchio pianoforte una musichetta lugubre. Sì, è proprio quella dei topolini con la coda tagliata… E se ci scappasse un terzo morto? Del resto, i topolini erano tre. Fortunatamente arriva il Sergente Trotter, agente della Polizia del Berkshire; o forse no…

Agatha tolse dalla macchina da scrivere l’ultimo foglio, che appoggiò con cura sopra agli altri. Si stirò le dita stanche e si lasciò andare contro lo schienale della poltrona. Il regalo per la sua più grande ammiratrice era pronto…

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Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la curatrice del blog letterario "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.