Buon pomeriggio lettori, sabato sera presso il Liceo Scientifico “Sereni” di Luino si è tenuto l’ultimo incontro di”Scrittura al femminile”. A chiudere questi eventi è stata la scrittrice Maria Rosaria Valentini presentata dalla Preside del Liceo la professoressa Maria Luisa Patrizi.
Una serata intensa e emozionante all’insegna della scrittura e della musica.
Bravissimi anche i due musicisti : Manuel Alfano, al violino, e Tommaso Foti, alla chitarra che hanno accompagnato la lettura con la loro musica
Grazie all‘Associazione Amici del Liceo Scientifico “Vittorio Sereni” e alla Libreria Mondadori Bookstore Cerutti & Pozzi – Buffetti di Luino per le interessanti iniziative culturali che organizzano.
Grazie Maria Rosaria Valentini per le bellissime sensazioni che mi hai trasmesso.
“Senza quella penna le pare davvero che chiunque possa leggere il suo corpo, attraversando pareti e indumenti, invadendo l’invisibile. (…)
Ed ecco la penna.
È un biglietto sul quale resta scritto: <<te l’affido. So che ne saprai trarre frutto. In questo inchiostro c’è tutto. La tua storia, la mia. Quella di chi verrà, di chi esiste e di chi non è esistito mai>>. (…)
Si, da allora quella penna è tutto. Custodisce le impronte di un lungo pellegrinaggio. E getta inchiostro sulle cuspidi del tempo, nelle lune di ieri, nelle bolle di un ripetuto mai, per consentire a Magnifica di tra versare il presente.
In attesa, dentro la speranza.”
Maria Rosaria Valentini è scrittrice e poeta.
Nata nel 1963, si laurea a Roma in germanistica e da molti anni vive in Svizzera.
Ha pubblicato il racconto “Quattro mele annurche” e il romanzo breve “Antonia” per Gabriele Capelli Editore, “Mimose a dicembre” (Keller 2013), “Magnifica” (Sellerio Editore 2016), “Il tempo di Andrea” (Sellerio Editori 2018).
In un paese nascosto sull’Appennino, “un’unghia di terra sconosciuta a chi non era nato lì o nelle immediate vicinanze”, vivono Ada Maria e Pietrino, fratello e sorella, assieme al padre Aniceto. Il capofamiglia va a caccia e allinea in un capanno gli animali imbalsamati frutto della passione per la tassidermia, la ragazza bada alle faccende domestiche e cerca di ignorare Teresina, una donna pratica e buona che da anni dispensa amore al padre. Un giorno nel bosco, nella Faggeta, Ada Maria incontra un uomo, un’apparizione, uno spettro. E magro, barbuto, avvolto in una coperta, magari è un sogno, o uno scherzo della fantasia e della solitudine. Finché quell’ombra non le parla. La saluta quando lei si allontana. Auf Wiedersehen. Tra le alture in cui vive la famiglia di questa storia a fatica si intuiscono, in lontananza, lo scorrere del tempo, le trasformazioni sociali, le grandi città. Il mondo esterno riesce a insinuarsi solo con la forza sconvolgente della Seconda guerra mondiale. In quei luoghi, per buona parte del Dopoguerra, le lacerazioni del nuovo e della modernità stentano ad attecchire. L’incontro tra Ada Maria e il “tedesco” è uno di quegli eventi da cui nasce uno scarto, da cui scaturisce il destino, un’intera generazione. Anni dopo sarà ancora un’altra donna, Magnifica, a prendere la penna in mano, negli spazi di un’angosciosa apprensione, per comprendere e raccontare una sorprendente saga familiare, tutta femminile, tutta matrilineare.
Andrea non parla, e nessuno conosce la sua identità. Si ritrova apparentemente senza memoria in un letto di ospedale, e solo a lui è affidata la ricostruzione di una vita. Sembra nascondere una fuga da amori scomparsi e tuttavia inestirpabili, ed è segnato da un dolore che non riesce a condividere. In balia del presente, di infermieri e dottori, circondato da pazienti smarriti e silenziosi, fatica a riprendersi la sua esistenza. Non parla, ma in realtà non fa che chiacchierare e interloquire con se stesso. I medici lo studiano, lui studia i medici che non si sono accorti che sta guarendo. Non vuole che lo sappiano, si sente abbandonato nella sua stanza, e soprattutto si chiede: ma com’è possibile che nessuno sia riuscito a risalire a lui, che nessuno abbia scoperto che si chiama Andrea, che ha avuto una moglie, una figlia, un lavoro…? II passato riaffiora attraverso la faticosa memoria delle persone care, delle quali annota ricordi e frammenti di vita, scrivendo di nascosto e continuamente occultando queste sue confessioni. E sempre sul punto di raccontare tutto ai medici, e sempre procrastina la sua rivelazione. Dalle parole non dette ma pensate scaturiscono storie, personaggi, situazioni, si va formando la strada che lo riporterà lentamente al presente, che potrebbe farlo ritornare a casa. Nella sua mente è come un teatro di carne e di ombra, c’è l’ex moglie Ernestina, con la quale ha avuto una separazione più intensa di un’amputazione fisica. Poi la figlia, alla quale non riesce a rinunciare, e il padre Leandro, e un’emozione di costante nostalgia per la madre Magnifica, custode dei racconti di famiglia, e per la portinaia Zaira, con la quale ha condiviso tanti segreti. Le loro vicende, l’ascesa di Andrea verso la consapevolezza, diventano materia di avventura e di ricerca.
Adriana – vent’anni – lascia un remoto lembo di Romania per cercare futuro in Italia. In un appartamento di Roma la ragazza vive, quasi reclusa, in un budello di solitudine, immaginandosi la vita. La vecchia che il destino le ha assegnato però sa imbastire tenerezze, coltivare speranze, infondere coraggio. Tra le donne sboccia un denso legame affettivo. L’anziana signora proietta nella giovane i propri sogni perduti, tanto da favorire l’incontro tra Adriana e Antonello, il fornaio. Il loro amore si gonfia di promesse odorose come morbido pane, sino a quando, un giorno, il giovane scompare. E Adriana disperata, disorientata, confusa – fugge.
Il romanzo racconta la sconcertante e per certi versi ingiustificata storia d’amore fra i genitori dell’io narrante, il trait d’union che lega i due, fatto di polpa di pomodoro, di pentoloni in ebollizione, di fragranze che invadono la casa, seguite da vasetti, conserve e bottiglie stipati e depositati dappertutto. Si muove attonita, stupita la piccola protagonista, consapevole di essere esclusa da un amore fatto prima di ogni cosa di polpa, di sughi e di ragù.