Novità dicembre 2022

disponibile dal 6 dicembre 2022

TRAMA

«Una lettura obbligata.»
Sarah Pearse, autrice del bestseller Il sanatorio
Un grande thriller

Cecily Wong è una giornalista appassionata di alpinismo, nota sul web per il blog in cui racconta i suoi tentativi di scalata. Le sfortunate esperienze di cui è protagonista nei post attirano l’attenzione di Charles McVeigh, scalatore di fama internazionale, che le lancia una sfida: le concederà un’intervista esclusiva se lei sarà in grado di raggiungere insieme a lui la vetta del Manaslu, l’ottava più alta del mondo. Per Cecily sarebbe il reportage della vita, quindi decide di mollare tutto – fidanzato compreso – e partire per il Nepal. E poco importa se attorno a McVeigh girano storie strane e se durante le spedizioni sono morti diversi suoi accompagnatori: Cecily è determinata a vincere la sfida, per il bene della sua carriera e per liberarsi del peso delle passate sconfitte. Ma una volta cominciata la scalata, il freddo e l’altitudine non sono gli unici pericoli che la attendono sul Manaslu. A uno a uno, i membri della spedizione cominciano a morire in strani incidenti: c’è qualcuno che li sta seguendo? E questo qualcuno li vuole morti?
Uno spaventoso thriller tra i ghiacci dell’Himalaya
«Tesissimo, originale ed esaltante.»
Daily Express
«Un thriller ad alta quota e ad alta tensione. L’ho amato.»
«Agghiacciante, terrificante.»
«Spaventoso, vivido e assolutamente unico.»

disponibile dal 2 dicembre 2022

TRAMA

“Mugby Junction” raccoglie otto racconti apparsi per la prima volta nel 1866 sul supplemento natalizio del settimanale «All the Year Round», di cui Charles Dickens era fondatore e redattore. I racconti, tutti ambientati nella stessa cornice, l’immaginario interscambio ferroviario “Mugby Junction”, sono a opera dello stesso Dickens e dei suoi collaboratori Andrew Halliday, Charles Collins, Hesba Stretton e Amelia B. Edwards, questi ultimi scrittori e scrittrici anche celeberrimi all’epoca e classici nel mondo inglese ma ancora oggi inediti in Italia. Il treno e la ferrovia, con la duplice anima sempre associata al progresso portatore insieme di vita e morte, fanno così da sfondo a ghost stories, a personaggi e temi tipici vittoriani, a fatti di cronaca dell’epoca, alla cronaca rosa e a scorci sul territorio metropolitano londinese. Una preziosa raccolta che permette di avvicinarsi al panorama letterario dell’epoca e all’ambizioso progetto collettivo del massimo autore vittoriano.

disponibile dal 2 dicembre 2022

TRAMA

Quando la protagonista atterra nel 1981 in Alto Volta, quello che oggi si chiama Burkina Faso, non è la prima volta che vede l’Africa. Ci è già stata in precedenza, e ora è tornata per salutare l’amico e batterista Azou. L’Africa da tempo le pare «una grande periferia dove si accumulano i materiali» del mondo che qui sono ancora mobili e non circoscritti, malleabili, carichi di potenzialità infinite e capaci di ricomporsi in infinite varianti. È una terra di sterminata savana e polvere rossa, dove i bambini stanno seduti a grappoli e le donne preparano insieme il tô, una sorta di polenta dura che è la base del pasto quotidiano. Ma anche una società che ha sempre sacrificato l’individuo a sé stessa, liquida, dove i rapporti fra uomini e donne, vecchi e bambini, scorrono come un flusso ininterrotto. La protagonista osserva tutto con l’occhio dell’antropologa, affascinata da quanto le sta intorno e dal proprio modo di reagire a quello, per farne poi un piccolo diario che, ritornata in Italia, affida alle mani di un grande editore. Il quale le conferma che sí, si tratta di un libro, un libro vero, e non solo di un diario senza pretese, e tale che, pubblicato nel 1984, vince nello stesso anno il Premio Viareggio Opera Prima.
Neri Pozza ripropone oggi quel libro, l’esordio di Maria Pace Ottieri: un volume che contiene un mondo, narrato con una lingua attenta e precisa anche quando è metaforica, in cui lampi di riflessione e consapevolezza si fanno largo tra la fitta descrizione di paesaggi, avvenimenti, villaggi o città, cortili interni o chiese cattoliche. Una dichiarazione d’amore per l’Africa, racconto di un viaggio in quel vasto continente ma soprattutto di un modo di percepire l’altro, di entrare, col cuore prima che con la testa, nella sua cultura. Nelle parole dell’autrice stessa: «Li guardo vivere, mi piace cercare di capire dalle forme, come un disegno di cui si possano leggere solo i contorni, togliere ogni giorno sottili strati di mistero».

disponibile dal 13 dicembre 2022

TRAMA

Caschetto nero, naso appuntito, morbide spalle, fianchi che sa come agitare per meglio incantare il suo pubblico: tutto questo è Kiki, cantante, ballerina, modella; Kiki dall’eleganza ferina di un cervo; Kiki trasportata dalla gioia. Kiki, stella delle notti di Montparnasse, sulla Rive Gauche della Parigi degli anni Venti, una città la cui luce, negli anni fra le due guerre, brilla tanto da accecare. Ma Kiki, nata Alice Ernestine Prin, figlia illegittima dalle origini povere e oscure, è anche qualcos’altro per la platea bohémienne che assiste a quegli spettacoli: la compagna e musa di uno dei piú dirompenti artisti dell’epoca, Man Ray. S’incontrano in un caffè, nel 1921. Kiki è esuberante e provocatoria, a quel tempo la preferita da pittori come Calder e Modigliani; Man Ray è guardingo, taciturno, capace di pronunciare in francese solo poche frasi. Ma tanto basta a far scoppiare la passione: è l’inizio di una relazione romantica e artistica che non ha pari fra i contemporanei. Kiki è al suo fianco durante tante avventure creative che costruiranno la fama di Man Ray per la posterità, dal Violon d’Ingres a Noire et blanche, e questo è tutto ciò che il mondo ricorda di lei. Ma la verità, dispiegata per noi in queste pagine da Mark Braude, è che Kiki fu molto di piú. Non soltanto musa, modella e cantante, capace con la sua voce di consolare gli afflitti ubriachi nelle notti vellutate di Parigi, ma anche artista magnetica e irresistibile, pittrice dalla creatività esplosiva, che attirava le folle durante le proprie esposizioni, attrice nei primi film surrealisti, il cui memoir, corredato da un’introduzione di Ernest Hemingway, finí sulle prime pagine di tutti i quotidiani francesi. Una figura imprendibile, con cui la storia è stata ingenerosa. Con questa biografia, che è stata definita «un gioiello anni Venti» (Air Mail), «tanto irresistibile quanto dovuta» (Chicago Review of Books) e «di grande spessore storico» (National Book Review), Braude mescola ricerca accurata a una prosa brillante e poetica, dispiegando il racconto di una vita eccezionale che sfida tutti i nostri preconcetti sugli artisti e le loro muse e mettendo in discussione il confine, spesso poroso, fra i due.

disponibile dal 2 dicembre 2022

TRAMA

Nel Nord della Stiria si trova l’Helianau, un collegio per bambini che soffrono di un misterioso disturbo, la “sindrome indaco”. Chiunque si avvicini a loro viene assalito dalla nausea, dalle vertigini e da violenti mal di testa. Il giovane professore di matematica Clemens Setz insegna in questa scuola e nota degli strani episodi: molti bambini con dei bizzarri travestimenti vengono portati via in un’auto e condotti in un luogo sconosciuto. Setz vuole scoprire la verità, ma proprio per questo viene licenziato e allontanato dalla scuola. Circa quattordici anni dopo i giornali riportano la notizia di un clamoroso processo: un ex professore di matematica è stato assolto dall’accusa di aver ucciso brutalmente un uomo che torturava gli animali. Il professore è Clemens Setz e il suo ex allievo Robert Tatzel, uno dei bambini di Helianau, che nutre ancora del risentimento nei suoi confronti dai tempi del collegio, non crede alla sua innocenza e decide di indagare per scoprire cos’è veramente successo. C’è un collegamento tra quel caso e quello che aveva vissuto nel suo passato a Helianau?

disponibile dal 13 dicembre 2022

TRAMA

Nel 2012 Edward St Aubyn pubblicò Lieto fine, l’ultimo capitolo della saga dei Melrose, e a numerosi critici apparve subito chiaro che uno scrittore di immenso talento aveva fatto il suo ingresso sulla scena letteraria internazionale. Alcuni videro nei suoi romanzi l’opera di una specie che si pensava estinta con Evelyn Waugh: l’anatomista dell’upper class. Altri colsero opportunamente nella sua scrittura, in cui la vasta gamma dei sentimenti che la anima non sfugge mai allo humour e all’ironia, «una densità filosofica» (Zadie Smith) rara nella narrativa contemporanea. Doppio cieco è, per profondità di pensiero e accuratezza dello stile, l’opera di St Aubyn più accostabile al ciclo narrativo dei Melrose. Apparentemente è un libro alla maniera di Ian McEwan – uno dei suoi personaggi minori è, non a caso, il dottor McEwan, neurochirurgo – in cui la letteratura si cimenta con i temi propri della scienza. Biochimica, botanica, immunoterapia, schizofrenia ed etica dei placebo sono, infatti, tra gli argomenti trattati. In realtα, è un’opera sulla contemporaneità e sul conflitto tra determinismo e libertà che la caratterizza.
Spiccano, nella galleria dei personaggi che vi compaiono e ne fanno un romanzo corale, le figure di Olivia e Lucy, amiche sin dalla loro frequentazione di Oxford. Olivia è una biologa che si innamora di Francis, un naturalista incontrato a un convegno sulla megafauna, il quale, per conto di ricchi mecenati, si occupa di «ricreare» la spontaneità della natura.
Lucy si innamora, invece, di Hunter Sterling, un capitalista megalomane e immaginifico che vuole «ricreare» l’esperienza dei mistici con il suo «casco Nirvana». Attorno a loro, un coro di figure minori, rappresentanti perfetti del caos della contemporaneità: accademici saccenti, impostori ammantati di linguaggio pseudoscientifico, schizofrenici, psicoanalisti, e sacerdoti come l’indimenticabile padre Guido, spedito a casa di Hunter dal Vaticano, incuriosito dalle sue mirabolanti invenzioni.
Nell’universo tecnoscientifico dominato dalla «Medusa del determinismo» irrompe a un certo punto la fragilità della vita umana, la sua finitezza in cui solo consiste la libertà, la possibilità, ciò, di decidere e di prendersi cura dell’esistenza.

«Non c’è niente, nella narrativa di questi anni, che possa reggere il confronto con la cruda, ironica ricchezza del mondo di St Aubyn e con la densità filosofica delle sue pagine». Zadie Smith

«Doppio cieco vede St Aubyn spingersi in un territorio sconosciuto – scienza, ecologia e capitale di rischio». The New York Times

Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la curatrice del blog letterario "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.