Narrativa italiana
“La segnatrice”
Autrice: Elena Magnani
Casa Editrice: Giunti
data di pubblicazione: 23 febbraio 2022
pagine: 408
RECENSIONE
“Lei, che sapeva cosa era bene fare e da dove veniva il male, desiderava solo nascondersi. La luce la svestiva dai suoi panni da Segnatrice. E segnare era tutto ciò che la identificava, che le dava un motivo per camminare sulla terra.”
Elena Magnani, con La Segnatrice, ci trasporta in un racconto avvolgente e carico di emozioni ambientato durante uno dei periodi più drammatici della nostra storia: la Resistenza partigiana. In questo contesto storico, la Garfagnana occupata dai nazisti diventa il palcoscenico di una storia di coraggio, tradizioni antiche e amore proibito, dove la giovane protagonista Anna, la Segnatrice, ci guida in una vicenda intensa e piena di magia.
“Lei era una ragazza, una Segnatrice, una partigiana. Accettare se stessi per come si è era stata la sua prima lezione per diventare Segnatrice.”
Siamo nel 1944, quando l’avanzata degli Alleati spinge i tedeschi a compiere le ultime feroci rappresaglie prima della ritirata. A Piazza al Serchio, un paesino arroccato sui monti della Garfagnana, una squadra nazista prende il controllo, ma nei boschi circostanti, i giovani partigiani, animati dalla speranza e dalla determinazione, cercano in ogni modo di contrastarli. Tra loro c’è Anna, che diventa una spia infiltrandosi nel comando tedesco. Il suo compito è ottenere la fiducia del tenente Matthias Von Bauer, un ufficiale indurito dalla guerra e dalle delusioni personali, per passare informazioni cruciali ai suoi compagni partigiani.
“Lui era il nemico, da temere, da spiare, da tradire, Tuttavia nella sua testa c’era un “però” pericoloso e terribile. Chiuse gli occhi per ritrovare la calma, prese gli attrezzi e se li mise in spalla incamminandosi verso casa.”
Ma Anna non è solo una resistente. È anche una Segnatrice, custode di un’antica tradizione tramandata da sua zia: una pratica segreta che, attraverso preghiere e gesti simbolici, permette di guarire corpo e anima. Il suo potere è forte, ma con esso arriva anche la difficoltà di gestirlo, soprattutto in un periodo in cui il confine tra il bene e il male diventa sempre più sottile. Anna è combattuta tra il desiderio di maledire i nemici invasori e il dovere di usare il suo dono solo per fare del bene.
In mezzo a questa lotta, però, Anna si ritrova coinvolta in un sentimento proibito che minaccia di far crollare tutto ciò in cui ha sempre creduto.
” Alloro rinforzare il rito, betulla e felce per favorire le imprese difficili e proteggere, la celidonia per vedere oltre , e l’ortica e il sambuco per la difesa delle forze oscure. Le mescolò con energia usando un rametto di nocciolo e dopo gli diede fuoco inspirando i fumi. Aveva bisogno di aiuto e lo avrebbe cercato ovunque.”
L’ autrice, con una scrittura fluida e toccante, racconta una storia di coraggio e di lotta, di sacrifici e di speranza. , offrendo un romanzo che esplora non solo il coraggio e la resistenza dei partigiani, ma anche la forza dell’animo umano, la lotta interiore e il potere dell’amore in tempi di odio e distruzione.
Elena nel suo romanzo ci ricorda della tragedia dei rastrellamenti che commisero i tedeschi : l’eccidio di Sant’ Anna di Stazzema nel quale furono uccisi centinaia di donne, vecchi e bambini.
La Segnatrice è un libro che riesce a fondere la brutalità della guerra con la delicatezza della magia e delle antiche tradizioni, regalandoci una protagonista indimenticabile, costretta a confrontarsi con scelte difficili e sentimenti che sfidano le convenzioni.
Un romanzo che esplora sentimenti complessi, dove amore, guerra, tradizione e moralità si scontrano in un contesto che oscilla tra la luce della speranza e le ombre della guerra. Un racconto intenso che ci fa riflettere sul potere della cura, non solo fisica, ma anche spirituale, e sulla forza dell’umanità nei momenti più bui.
E voi, avete mai conosciuto una Segnatrice nella vostra vita?
Io sì, ne ho incontrate diverse, e sono sempre stata affascinata da questa figura di guaritrice. Avrei voluto imparare anch’io quest’arte. Ricordo che, fin da bambina, osservavo con meraviglia mia zia mentre praticava questo rito. Mi aveva promesso che me lo avrebbe trasmesso quando fossi cresciuta, proprio la Vigilia di Natale ma essendo andata via presto da casa, purtroppo non ne ho più avuto l’opportunità …
La lettura di questo libro mi ha fatto fare un tuffo nel passato, riportandomi ai ricordi della mia infanzia, della mia famiglia numerosa e delle tradizioni di un tempo.
Peccato che oggi tutto questo sembri perduto…