Recensione “La ragazza senza radici” di Cristina Caboni


TRAMA

Un vino che ha riposato sul fondale sabbioso del mare, cullato dalle onde. Adeline non aveva mai sentito parlare di nulla del genere. Eppure, da quando lo ha assaggiato, è cambiato qualcosa in lei. Forse perché a donarglielo è stata Miranda, l’anziana donna che un giorno, all’improvviso, si è presentata agli archivi del comune di Nizza, dove Adeline lavora, per avere informazioni su un figlio che credeva morto alla nascita. Miranda è certa di averlo visto, ormai adulto, ma non ha fatto in tempo a fermarlo. Adeline sa che non deve assecondare le sue richieste, che il passato è passato e va lasciato dov’è. Se lo ripete ogni giorno per non pensare ai genitori che l’hanno abbandonata neonata senza mai cercarla. Ora è una donna realizzata, non deve voltarsi indietro. Ma l’emozione e la disperazione che ha letto negli occhi di Miranda hanno smosso qualcosa dentro di lei. Deve aiutarla a trovare suo figlio. Da sempre affascinata dalla genealogia, Adeline è capace di frugare tra vecchi documenti e carte dimenticate per scovare un indizio; una ricerca in cui vorrebbe accanto a sé Damien, l’assistente sociale che le ha insegnato a guardare avanti e a medicare le proprie ferite. Ma lui ha paura che indagare le origini di una famiglia possa farle troppo male. Adeline ne è consapevole, ma qualcosa di speciale la lega a Miranda. Quello che non sa è che le famiglie nascondono sempre dei segreti che non per forza vanno svelati. Alcuni possono mettere tutto in discussione. Nessuno come Cristina Caboni sa entrare nel cuore delle protagoniste facendoci vivere i loro sogni, le paure, le insicurezze e le gioie. Ora è il turno di Adeline che, senza avere un passato, aiuta un’altra donna a scoprire il suo. Il mondo affascinante del vino e della coltivazione della vite fa da sfondo a una storia che parla di tutti noi, perché tutti siamo un intreccio di relazioni, legami familiari e affettivi.


RECENSIONE

“Ognuno di noi ha due genitori, quattro nonni, e otto bisnonni e questo schema di duplicazione si ripresenta a ogni generazione, così puoi conoscere chi ha partecipato all’unione di differenti individui che poi ha portato alla tua esistenza.”

Cristina Caboni torna con un nuovo romanzo, La ragazza senza radici, una storia toccante alla scoperta delle proprie origini, intrecciando storie di vita diverse che si incontrano e si legano grazie al bisogno di appartenere e di chiudere i conti con il passato.
Con il suo stile avvolgente e ricco di sensibilità, l’autrice ci guida in una narrazione che mescola emozioni, profumi e suggestioni, regalando ai lettori un’esperienza sensoriale indimenticabile.

La storia prende il via con Miranda, un’anziana signora che gestisce un vitigno in Liguria. La sua vita è segnata dal dolore di aver perso un figlio, che le hanno fatto credere morto alla nascita. In cerca di risposte, Miranda decide di recarsi negli archivi di Nizza per scoprire la verità, e qui incontra Adeline, una giovane donna che lavora come archivista. Nonostante il suo passato difficile, segnato dall’orfanotrofio e dalle adozioni, Adeline è colpita dalla disperazione di Miranda e decide di aiutarla nella sua ricerca.
Quello che inizia come un semplice atto di solidarietà si trasforma presto in un legame profondo e autentico tra due donne che hanno bisogno di ritrovare le proprie radici.

“Alcuni incontri cambiavano la vita di una persona. Non c’erano spiegazioni razionali, era così e basta.”

Il romanzo esplora temi come l’identità, la famiglia e il desiderio di appartenenza. La ricerca di Miranda per ritrovare suo figlio diventa anche per Adeline un viaggio interiore, un’opportunità per fare pace con il suo passato e costruirsi un futuro più sereno.
L’ autrice riesce a tratteggiare i suoi personaggi con grande empatia, mostrando le loro fragilità, ma anche la forza che trovano nell’affrontare le proprie paure.

“Lei non aveva identità.
Il suo volto non le diceva nulla, era come un’ombra.
Lei era senza radici”

La ragazza senza radici è un romanzo che parla di nuove possibilità, mettendo al centro il coraggio di affrontare il dolore per trovare un senso più profondo nella vita. Con la sua capacità di mescolare emozioni e atmosfere, Cristina Caboni tocca le corde più sensibili del cuore, regalandoci una storia che celebra la forza dei legami umani.

“Il passato è importante perchè tutto ciò che abbiamo superato ci ha reso le persone che siamo”


Un romanzo intenso che ci ricorda quanto sia importante scoprire chi siamo veramente e da dove veniamo. Un intreccio di storie che si fondono in un’unica narrazione, capace di toccare l’anima e far riflettere sulla forza delle connessioni umane.

“Era una vite quella che vedeva. Una pianta straordinaria, resistente, antica, che affondava le radici in un passato da cui traeva nutrimento, il ceppo era la famiglia, i tralci le generazioni, le foglie catturavano la luce affinchè nascessero i frutti.”

C’è una frase nel libro che ha risuonato in me con forza: “Il passato è importante perché tutto ciò che abbiamo superato ci ha resi le persone che siamo”. L’ho sempre creduto, eppure chi mi è vicino continua a dirmi che dovrei lasciare il passato alle spalle, soprattutto quando porta con sé sofferenza. Io, però, non ci sono mai riuscita del tutto; a volte riaffiora in me attraverso ricordi e ferite ancora dolorose. Sono convinta che, nel bene e nel male, siamo il risultato del nostro vissuto, e non riesco a pensare diversamente.

E voi, cosa ne pensate?


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Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga. Ha conseguito i seguenti corsi di formazione: "Lettura e benessere personale come rimedio dell'anima" " Avvicinare i bambini alla lettura con i racconti di Gianni Rodari"