“Nascita e morte della massaia”
Autrice: Paola Masino
Casa Editrice: Feltrinelli
data di pubblicazione: 31 ottobre 2019
pagine: 236
RECENSIONE
Un tuffo nel tormento dell’anima femminile
“Per queste ragioni la famiglia non badava più a lei che come a un mobile. Ogni mattina le cameriere le spolveravano il capo, le spazzavano i piedi, le sbattevano e ripiegavano addosso gli abiti.”
“Nascita e morte della Massaia” di Paola Masino, edito da Feltrinelli, scritto tra il 1938 e il 1939, è un grido contro la società conformista e misogina del ventennio fascista, che l’autrice ha saputo interpretare e criticare con una precisione quasi chirurgica.
La protagonista, una bambina ribelle, inizia la sua storia vivendo all’interno di un baule, un rifugio simbolico scelto per opporsi alle imposizioni della madre e della società che vogliono incastrarla in un ruolo predefinito.
“Nascere è passare traverso un dolore ostile e altrui che ci conservava, per andare dove il nostro proprio dolore ci attrae, che ci consumerà. Per questo dunque l’amore materno è una forza sempre lacerata.”
Il baule è il luogo della resistenza, un atto di ribellione contro un mondo che cerca di addomesticarla. Tuttavia, dopo molte insistenze, la bambina cede, esce dal suo nascondiglio e si sottomette alle aspettative sociali, accettando di diventare una ragazza “normale” e di rendersi desiderabile agli occhi del mondo maschile.
“Allora eccomi qua anche io, anche io senza dubbi, perchè recitare la parte che d’ora in poi mi è stata assegnata è facile. Difficile era quanto avevo conquistato finora, a costo della mia vita, a costo della mia morte. Abbandono tutto, perchè sono una buona figlia o forse una mal riuscita creatura umana con aspirazioni fallaci, con ideali che non hanno raggiunto il vertice. Rinuncio per pietà filiale e dunque merito ogni castigo.”
Una figura intrappolata tra due mondi: da un lato, il desiderio di ribellione, dall’altro, l’accettazione passiva di una vita apparentemente sicura accanto a un marito benestante, ma inadatto a comprendere la sua complessità interiore. Il termine “massaia” qui si rifà alla “massa”, ovvero alla casa rurale dove il massaio o massaro amministrava e dirigeva l’azienda. Tuttavia, Masino reinterpreta questo ruolo, immergendoci in un’esplorazione profonda dell’animo umano, spiazzante e inquietante.
Il romanzo, tuttavia, non si limita a raccontare la sottomissione della protagonista, ma è attraversato da una ribellione sotterranea e radicale. Masino, con uno stile che unisce umorismo e amarezza, esplora temi profondi come la maternità, la femminilità, la vanità delle aspirazioni umane e le radici della schiavitù femminile. La scrittura, spesso venata di accenti surreali, trasforma la narrazione in una critica feroce alla società dell’epoca, mettendo in discussione i fondamenti della famiglia e del ruolo femminile.
“Come vorrei in questo momento, subito, tornare alla nascita, rientrare nel ventre della madre come in una caverna, percorrerla, ritrovare il seme del padre riconfondermi in lui e con il seme riassorbirmi nel sangue dell’uomo che mi ha espressa, rifatta uomo rientrare nelle madre di lui e così d’uomo in donna di donna in uomo tornare a nascere primo, spontaneo; cercarmi una materia diversa, ferma, senza mutamenti, poter consistere come una foglia o come il mare, vedere se davvero il peccato ci era necessario.”
La scrittura di Masino è densa, ricca di circonvoluzioni e costruzioni linguistiche inaspettate, ma al contempo di una modernità sconcertante. La Massaia, non cerca necessariamente una via di fuga romantica o eroica, si immerge nel suo mondo interiore oscuro, nuotando sotto la superficie della realtà, trascinandoci con lei nei labirinti del suo pensiero e degli incubi che la tormentano.
La monotonia della vita domestica, che inizialmente la terrorizza, diventa lentamente un rifugio, un modo per sopravvivere in un mondo che non la comprende. L’ autrice ci mostra, con parole taglienti e precise, come la società del suo tempo costringa le donne a nascondere i loro sentimenti più autentici sotto una coltre di doveri domestici e convenzioni sociali.
“Vestita mi hanno voluta, agghindata, adorna dei loro usi, calzata di luoghi comuni per muovere il passo al loro fianco nella vita, coronata di pregiudizi, ammantata d’ incomprensione.”
“Nascita e morte della Massaia” non è una lettura facile, ma il viaggio vale la pena. Un testamento del genio di Paola Masino, che con la sua scrittura ha saputo affrontare temi scomodi e dolorosi.
Una lettura che può risultare faticosa, ma la sua pregevolezza risiede proprio nella sua complessità e nella sua capacità di sferrare una critica impietosa alla società dell’epoca. Un’opera che, nonostante le sue difficoltà, merita di essere letta e riscoperta, per il suo coraggio e la sua lucidità.
Un racconto impegnativo, poiché in ogni pagina si percepisce l’essenza del disagio e del sentirsi fuori posto, incomprese e costrette a un ruolo imposto…
“Tuttavia le femmine, per una solidarietà di razza avrebbe voluto salvarle, avvertirle: <<Non completatevi nell’uomo, abbiate vergogna, resistete alla solitudine: l’unico nostro mestiere sia di tornare indietro e voltare le spalle ad Adamo che ci ha approntato il primo tetto e il primo giaciglio da salvaguardargli>>.”