
Recensione “Le cose che non ho” di Gregoire Delacourt

“Le cose che non ho”
Autore: Gregoire Delacourt
Traduzione di: Riccardo Fedriga
Casa Editrice: Salani
data di pubblicazione: aprile 2013
pagine: 142
TRAMA
Di cosa è fatta la vita? Di sogni, desideri, realtà e ancora sogni. Un romanzo sulla ricerca della felicità e sulle piccole cose che contano
Dice un vecchio adagio che le lacrime più amare sono quelle versate per le preghiere esaudite: a volte succede che la gioia per una svolta inattesa del destino svanisca di fronte alla possibilità concreta di realizzare un sogno, lasciandoci smarriti e confusi. È quello che succede a Jo, la protagonista di questo romanzo: una donna intelligente e positiva con un’esistenza quieta, nutrita di sogni, che per un colpo di fortuna all’improvviso è in grado di “realizzarli” tutti. Forse la felicità non è così matematica. Forse non si tratta soltanto di sommare un sogno dopo l’altro, ma di ritrovare se stessi in ciò che si fa. Forse a Jo semplicemente non serve avere tutto ciò che ha sempre desiderato; perché il suo matrimonio, il lavoro, i figli ormai grandi e l’amore non sono beni acquisiti ma cose vive che sfuggono al suo controllo, e con cui si può solo entrare in sintonia senza farsene travolgere, come quando si nuota tra le onde di un mare agitato.
Come L’eleganza del riccio, un nuovo romanzo francese semplice, profondo, arguto e filosofico, delicato e pieno di tenerezza.
RECENSIONE

” Vedete, si mente sempre a stessi.
Perchè l’amore non resisterebbe alla verità.”
Jo è una donna qualunque: vive in una cittadina di provincia, ha una merceria, un marito, due figlie grandi e un padre da accudire. È soddisfatta della sua routine fatta di cose semplici e lente, come i bottoni da cucire o i ricordi da custodire. Ma sotto quella tranquillità, ci sono sogni accantonati e desideri mai espressi.
Un giorno, tutto cambia: Jo vince una grossa somma alla lotteria. È il momento che tanti sognano, e lei lo aveva immaginato più volte. Ma invece della gioia, arriva la paura: paura che tutto cambi, che le persone a cui vuole bene si trasformino, che la felicità si compri… e si perda.
” E’ solo nei libri che può cambiare la vita. Solo lì si può cancellare con un tratto di penna. Fare sparire il peso delle cose. Cancellare le cattiverie meschine e alla fine di una frase, ritrovarsi all’improvviso alla fine del mondo.”
Jo inizia a stilare liste di cose da comprare, ma si rende conto che molte non le servono davvero. La verità è che, forse, aveva già tutto. Forse la felicità non è accumulare sogni, ma capire quali contano davvero.

” Possedevo solo ciò che i soldi non possono comprare ma solo distruggere.
La felicità.
La mia felicità, per lo meno. Con i suoi difetti. Le sue banali certezze. Le sue piccolezze. Ma era la mia.
Immensa. Scintillante. Unica.”
Un romanzo dolce e amaro, che ci costringe a chiederci: cosa faremmo noi, se potessimo avere tutto? E quanto vale davvero ciò che abbiamo già?
Personalmente, ho apprezzato di più “La donna che non invecchiava più”, ma questo libro mi ha lasciato spunti profondi su desideri, fragilità e relazioni.
” Il dolore ti modella sempre in modi che non ti aspetti.”
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