“L’amante”
Autrice: Marguerite Duras
Titolo originale: L’ amant
pagine: 128
TRAMA
La storia d’amore di una francese quindicenne con un giovane miliardario cinese, sullo sfondo di un ritratto di famiglia, nell’Indocina degli anni trenta. Racconto di lucidità struggente, di terribile e dolce bellezza, “L’amante” trasfigura e risolve integralmente in una scrittura spoglia e intensa, il complice gioco che la memoria e l’oblio ricalcano sulla trama della vita.
RECENSIONE
“La storia della mia vita non esiste. Proprio non esiste. Non c’è mai un centro, non c’è un percorso, una linea. Ci sono vaste zone dove sembra che ci fosse qualcuno, ma non è vero , non c’era nessuno.”
“L’amante” di Marguerite Duras, pubblicato nel 1984, è un romanzo breve ma intensamente autobiografico che ha consacrato la scrittrice francese tra le più celebri del Novecento. Il racconto, narra l’appassionata e tormentata relazione tra una giovane ragazza francese di quindici anni e un ricco erede cinese di ventisette anni, sullo sfondo dell’Indocina coloniale dei primi anni Trenta.
L’incontro tra i due avviene casualmente, su un traghetto che attraversa il fiume Mekong vicino a Saigon, dove la protagonista vive. La relazione, segnata dalla differenza di età, di classe sociale e di cultura, diventa per la ragazza un’esperienza intensa e proibita, che si snoda tra il desiderio, l’attrazione e la consapevolezza che quell’amore sarà destinato a non durare. L’amante cinese, pur essendo follemente innamorato di lei, è schiacciato dal peso delle convenzioni sociali e familiari, che lo condannano a un inevitabile addio.
” Quindici anni e mezzo. Sono magra, quasi gracile, con seni ancora da bambina, truccata di rosa pallido e rosso. E poi quel modo di vestirmi che potrebbe far ridere e di cui nessuno ride. E’ tutto qui lo so. E’ tutto qui e nulla è ancora compiuto, lo vedo dagli occhi , occhi che dicono tutto. Voglio scrivere. Lo ripeto a mia madre: quello che voglio è scrivere. La prima volta non risponde. Poi chiede: che cosa vuoi scrivere? Libri, romanzi, dico. Replica seccamente: dopo il concorso di matematica, se vuoi, scriverai, non mi riguarda. E’ assolutamente contraria, no c’è nessun merito a scrivere, non è un lavoro, non è una cosa seria – in seguito dirà: è un’idea puerile.”
Non c’è una sequenza cronologica lineare: il passato, il presente e il futuro si fondono senza soluzione di continuità, creando un flusso di ricordi che oscillano tra il racconto diretto e quello indiretto. Questo stile, apparentemente caotico, conferisce alla storia un’intensità emotiva straordinaria, facendo emergere con potenza le sensazioni, i sentimenti e i conflitti interiori della protagonista.
il libro non è solo un racconto di passione, ma anche una riflessione sulla complessità delle relazioni umane e sul peso delle dinamiche familiari. In particolare, il rapporto tra la giovane e sua madre, fatto di amore e risentimento, occupa una parte centrale nella narrazione. La madre, figura autoritaria e instabile, diventa il simbolo di un conflitto emotivo che segnerà profondamente la vita della protagonista.
” Era pazza. Di nascita. Nel sangue. Non era malata di pazzia, viveva la pazzia come fosse salute, circondata da Do e dal primogenito, che la capivano.”
L’amante è un racconto che coniuga magistralmente sensualità e malinconia.
Marguerite Duras ci regala un ritratto vivido di una giovinezza segnata dalla scoperta dell’amore e del dolore, in un contesto coloniale in cui le barriere sociali e razziali sono insormontabili.
“Scopro che non ha la forza di amarmi contro il volere del padre, di prendermi, di portarmi via. Piange perchè non trova la forza di amarmi al di là della paura. Il suo eroismo sono io, il suo servilismo è il denaro paterno.”
Grazie alla sua scrittura emozionante e alla capacità di esplorare l’intimità dei sentimenti, L’amante è considerato uno dei capolavori della letteratura francese del secondo Novecento, un romanzo che rimane impresso nella memoria per la sua forza emotiva e la sua sincerità disarmante.
“Credo di aver vagamente voglia di star sola, mentre mi accorgo di non esserlo più da quando sono uscita dall’infanzia, dalla famiglia del cacciatore. Scriverò dei libri. Questo vedo oltre l’istante, nel grande deserto sotto le cui sembianze mi appare la distesa della mia vita.”