
Recensione: “La governante” di Csaba perchè non mi è piaciuto…

“La governante”
Autrice: Csaba dalla Zorza
Casa Editrice: Marsilio
data di pubblicazione: 6 maggio 2025
pagine: 245
TRAMA
Vista da fuori, la sua vita non mostra nessuna sbavatura, solo la precisione tipica di ciò che viene deciso a tavolino. Una donna che ha avuto tutto: marito, figli, una bella casa, una posizione professionale invidiabile. Ha avuto tutto ciò che per molti dovrebbe dare la felicità. Per il suo sessantesimo compleanno decide di farsi un regalo: seguire un desiderio nascosto, lasciare ciò che ha per andare altrove. Un pezzo alla volta, la donna apre a chi legge il suo cuore, come l’armadio in cui custodisce la sua collezione di porcellane. Riprendono così aria pezzi di un’esistenza di cui nessuno ha mai avuto conoscenza. Una confessione in bilico tra il desiderio di essere e la necessità di apparire. Una donna che ha coperto con la forza di volontà le sue fragilità, che ha dovuto lottare contro la cosa più grande che la vita potesse metterle davanti: se stessa. La famiglia, il giudizio degli altri, la paura di essere inadeguata sono stati punti fermi ai quali aggrapparsi, ma anche da cui scivolare. Sino al giorno in cui capisce che accettare di essere come sei, anche quando non corrisponde all’idea che gli altri hanno di te, alle aspettative che nutrono, è l’unico modo per iniziare a vivere davvero.
RECENSIONE

“La governante” è il primo romanzo di Csaba dalla Zorza, volto noto della televisione e del lifestyle. Una lettura che prometteva molto, ma che – almeno per me – ha lasciato un retrogusto amaro, proprio come quei dolci che si presentano bene ma deludono all’assaggio.
La governante, non è stato il romanzo che mi aspettavo. Pensavo di trovarmi tra porcellane delicate, mise en place impeccabili, piatti raffinati e descrizioni di ville nella campagna francese. Mi aspettavo una protagonista appassionata del suo lavoro, una vera “governante” nel senso più affascinante del termine. Invece, quella parte, accennata solo a pagina 219, resta un’illusione.
“Mi sarei accontentata di essere la governante qui, solo per poter girare indisturbata dentro le stanze, toccare i tendaggi, sentire il rumore dei miei passi su questi pavimenti che hanno infinite storie da raccontare.”
La storia che ci viene raccontata è quella di una donna di sessant’anni, tradita e profondamente insoddisfatta, che decide di lasciare tutto – lavoro, famiglia, abitudini – per reinventarsi. Ma perché solo ora? Perché il ruolo che le era stato costruito intorno – madre, moglie, donna in carriera, custode della casa perfetta – le impediva di deludere le aspettative altrui.

Il romanzo affronta temi come la situazione femminile in una società patriarcale, i tradimenti, l’omosessualità. Ma lo fa in modo prevedibile, quasi stereotipato. E soprattutto, il racconto è costellato da un’eccessiva ostentazione: il vino francese di marca, il foulard di Gucci, il vestito Dior. Dettagli che appesantiscono il testo e lo rendono distante. Personalmente, avrei preferito leggere “un foulard a fiori” piuttosto che una sfilza di marchi di lusso. Non mi interessa il valore economico degli oggetti, ma il loro significato emotivo.
In più, si citano hotel prestigiosi, località esclusive e ambienti d’élite che poco hanno a che vedere con la vita quotidiana della maggior parte delle donne. Mi ha annoiata. L’ho acquistato perché incuriosita dal clamore: 30.000 copie vendute, due edizioni in una settimana. Ma mi chiedo: se non fosse stato scritto da Csaba dalla Zorza, avrebbe ricevuto la stessa attenzione da una casa editrice? Ne dubito.
La protagonista non ha un nome fino alla fine del libro. E chi lo legge con attenzione capisce che quella donna è, in realtà, l’autrice stessa. Un romanzo autobiografico camuffato, che in alcuni passaggi risente di un certo autocompiacimento.
Csaba afferma che questa è una storia che accomuna molte donne. Ma la verità è che no, non parla di tutte noi. Non parla delle mamme sole, che ogni giorno corrono tra lavoro, figli, spese e impegni senza aiuti. Donne che sognano, sì, ma che spesso devono mettere i sogni in pausa perché la realtà richiede tutte le loro energie.
Quella è resilienza. La governante racconta invece la vita, certo sofferta, ma comunque privilegiata, di una donna dell’alta borghesia milanese. E quella, purtroppo, non è la realtà della maggior parte di noi.

