“La giovinezza di Martin Birck”


Stoccolma, fine Ottocento: Martin Birck è un bambino che ama la sua famiglia, beneducato e gentile. Ma è già diverso dagli altri: sta spesso in disparte, vive nei sogni e nell’immaginazione, ha sempre nostalgia dell’altrove, a Natale dell’estate, in estate della neve e della magia del Natale. Passano gli anni e Martin è un ragazzo diplomato che spera di diventare un poeta e si augura un amore infelice e un posto all’Accademia Svedese, o di vivere da eremita e scrivere per aprire gli occhi all’umanità sul senso della vita e la verità. Ma qual è la verità? Martin la cerca mentre tenta di partecipare ai rituali dei suoi compagni borghesi: un lavoro nella pubblica amministrazione, le serate all’opera, le bevute al bar. Ma «cosa ne abbiamo fatto della vita?» si ripete. Come può trovarsi a suo agio in una società in cui le donne sono represse, costrette a proteggere la loro «virtù» o a macchiarsi della sua perdita, con la compiacenza dei gentiluomini? E come può credere nello stesso dio di sua madre, tutore dell’ordine borghese, e nel suo «cristianesimo per tradizione e consuetudine»? Con grande sensibilità lirica e sottile ironia, Hjalmar Söderberg tratteggia un personaggio che sente lo stesso scollamento tra l’io e la vita di Niels Lyhne di Jacobsen e Malte Brigge di Rilke, in un classico assoluto del Novecento scandinavo. Martin Birck è un rispettabile cittadino, ma anche un femminista ante litteram, un ateo sofferto, un poeta talentuoso eppure mai pubblicato. Finché non scoprirà una possibile felicità minore, da vivere in clandestinità nelle notti di Stoccolma, perché forse solo fuori dalle gabbie delle convenzioni e del perbenismo si trova la vita vera.


HJALMAR SÖDERBERG nato a Stoccolma nel 1869, borghese e cittadino, osservatore critico della società contemporanea, sensibile interprete della crisi di fine Ottocento, è fra le maggiori figure della letteratura svedese. Esordisce con Smarrimenti (1895), che gli dà un immediato successo, ma con le polemiche che seguono regolarmente la pubblicazione di ogni suo libro. Dopo Il disegno a inchiostro (1898), La giovinezza di Martin Birck (1901), Il dottor Glas (1905), scrive Gertrud, il dramma da cui Dreyer trae l’omonimo film e i cui temi e personaggi sono fortemente legati a Il gioco serio, romanzo della piena maturità che finirà per essere l’ultimo: per i rimanenti trent’anni, si dedicherà, ateo, a studi biblici e storici e al giornalismo militante. Muore nel 1941.



Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.