Intervista all’autrice Sasha Vasilyuk

“Il vento è un impostore”
edito da

Garzanti


foto presa dal web

SASHA VASILYUK, di origini ucraine ma ora residente con la famiglia a Los Angeles, negli Stati Uniti, è una giornalista e opinionista per le principali testate giornalistiche americane. I suoi articoli sono stati pubblicati, tra gli altri, sul «New York Times», su «Time» e sul «Telegraph». Ha conseguito due lauree e studiato italiano. Il suo primo romanzo, Il vento è un impostore, è ispirato alla storia del nonno, che è sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale.


“Il vento è un impostore” di Sasha Vasilyuk è un romanzo intenso e toccante, ispirato a una storia vera, che esplora il prezzo della sopravvivenza durante la Seconda guerra mondiale. Il protagonista, Yefim, ha costruito la sua vita su una bugia, rinnegando la propria identità per sfuggire agli orrori dell’Olocausto. Ha nascosto il suo passato per anni, celando il peso della sua scelta impossibile: fingere di non essere ebreo per salvarsi. Mentre brucia la valigia che custodisce i suoi segreti, il lettore viene trascinato in un viaggio di dolore, memoria e redenzione, che interroga la nostra coscienza e il significato di essere “salvati”.


Ciao Sasha, benvenuta su librichepassione.it a “Due chiacchiere con lo scrittore” e grazie per aver accettato la mia intervista

Mi ha ispirata la storia di miei nonni. Mio nonno era un veterano della Seconda Guerra Mondiale che non ci parlava mai della guerra, ma quando lui morì, mia nonna ha trovato la sua confessione indirizzata al KGB in cui rivelava come è sopravvissuto e come ha nascosto la verità. La sua lettera mi ha rivelato una parte di Storia che non sapevo, e volevo esplorare cosa succede a una persona che vive tra i due regimi in cui l’unico modo per sopravvivere è mentire.

Il romanzo è strutturato in modo simile a Guerra e Pace, nel senso che vediamo la storia del giovane Yefim, un soldato ebreo che affronta la potenza nazista, e poi seguiamo la vita di Yefim e della sua famiglia nei decenni tra la Seconda Guerra Mondiale e l’inizio della guerra in Ucraina. Nella parte dedicata alla guerra, ho voluto mostrare la sopravvivenza fisica e psicologica di qualcuno che è un piccolo elemento perso tra forze molto più potenti che lo vogliono distruggere, e come la guerra lo trasformi. Nella parte dedicata alla pace, invece, utilizzo i diversi punti di vista di Yefim, sua moglie, i figli e i nipoti per mostrare quanto sia difficile conoscere una persona che non vuole – e non può – essere conosciuta.

Quella è stata sicuramente una delle parti più difficili, perché ci sono già molti libri e film che trattano questo tema, e non volevo copiarli, ma piuttosto aggiungere qualcosa di nuovo al discorso. Ho letto molte ricerche e interviste con sopravvissuti – prigionieri sovietici, lavoratori forzati, ebrei – perché volevo che questo romanzo fosse accurato e realistico, per onorare l’esperienza reale di milioni di persone sconosciute, come mio nonno, che non hanno mai potuto raccontare ciò che è successo.

Quando sei costretto a nascondere la tua identità per sopravvivere, ho osservato che si può reagire in due modi: o ti attacchi ancora di più alla tua identità una volta fuori dal contesto ostile, oppure te ne distacchi perché continui a percepirla come una fonte di pericolo. Nel caso di Yefim, ad esempio, vediamo come la sua identità sovietica ed ebrea si trasformi durante gli anni di guerra, e cosa accade alla sua identità ebraica nei decenni successivi, quando, dopo essere sopravvissuto ai nazisti, si ritrova a vivere in una società ancora fortemente antisemita.

I lettori di oggi vivono in un’atmosfera di guerra e, anche se in Italia la osservano da lontano, credo che la storia di Yefim e di sua moglie Nina possa mostrare gli effetti personali che perdurano per generazioni.

Spero che i lettori sentano il desiderio di porre più domande ai propri nonni o genitori sul passato o, per i lettori più anziani, di raccontare la Storia ai loro figli. Nel contesto attuale di disinformazione, è importante che la Storia rimanga viva e personale, trasmessa all’interno delle famiglie e delle comunità, invece di diventare uno strumento nelle mani dello Stato.

Grazie ancora per il tuo tempo e per la disponibilità
Jenny


Ecco la mia recensione del romanzo “Il vento è un impostore”


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Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.